Per i fan più affezionati della Sergio Bonelli Editore, Luca Enoch, creatore insieme a Stefano Vietti del fantasy Dragonero, è anche l’ideatore di Lilith. La sua fantascientifica anti-eroina esordì in edicola quasi sette anni fa con Il segno del Triacanto (novembre 2008). L’autore milanese che cura testi e disegni della testata semestrale a lei dedicata, ha più volte parlato di una serie limitata, con un numero complessivo di albi non superiori al 20.

L’appuntamento estivo, L’età della catastrofe, ci porta nel vivo dell’incedibile ucronia realizzata in questo elegante e colto fumetto, in cui una specie di vegetale, il Triacanto, un parassita alieno che per millenni si è nascosto nel corpo di portatori inconsapevoli, è esploso in tutta la sua potenza, conquistando la superficie della Terra e costringendo il genere umano a una vita di privazioni nelle profondità del suolo. Questo futuro può essere cambiato, agendo nel passato. Il peso di questo compito immane spetta alla giovane Lyca, la “bambina perduta” cantata dal poeta visionario William Blake. È lei a trasformarsi nel micidiale assassino e crononauta Lilith, incaricata di estirpare dalle viscere di vittime inconsapevoli il mostruoso parassita.

Il capitolo in oggetto, il 14-esimo, uscirà il 9 giugno. L’avventura ambientata negli anni ’30, introdurrà a tutti gli effetti il giro di trame finale del progetto. Vi proponiamo il meglio dell’intervista rilasciata da Enoch sul sito della casa editrice milanese insieme a una chicca, il video dedicato ai suoi lettori che lo rappresenta al lavoro sul personaggio. Non sono mancati gli accenni a un’altra sua creatura, Gea, e ovviamente a Dragonero. Buona lettura e buona visione.

Lilith in versione asso dei cieli.

Lilith in versione asso dei cieli.

 

Manca poco meno di un mese all’arrivo in edicola di Lilith 14, ma dopo averne sfogliato un po’ di pagine in anteprima, sentivamo il bisogno di saperne di più! A che punto è giunta l’ucronia che la tua letale cronoagente ha messo in moto?

Ci stiamo avvicinando alla fase finale, che sarà ambientata nella distopia del Nord America e che occuperà gli ultimi tre albi della serie. Rimangono quindi solo due episodi “liberi”, le storie di giugno e novembre che, pur essendo su diversi segmenti temporali, risultano collegate l’una all’altra. La prima è ambientata negli anni ’30 e vede lo scoppio della Grande Guerra. […] La seconda si svolge ai giorni nostri e illustra le conseguenze del conflitto esploso ottanta anni prima, in un’area geografica da sempre tormentata dalle guerre, quella dell’Iraq e dell’Afghanistan.

Quanto ti sei divertito a mettere in scena “L’età della catastrofe”? Le scene dei duelli aerei sono davvero spettacolari e sembrano riflettere la tua passione per l’argomento…

Mi sono spostato in aria. Niente guerra di trincea o battaglie campali ma pura guerra aerea, dove protagonisti sono i progetti avveniristici degli ingegneri della Luftwaffe del ’45, di aerei che sono esistiti sulla carta o giusto come prototipi. Questi modelli, alcuni dei quali hanno effettivamente volato ma non sono mai entrati in produzione, sono uno più affascinante dell’altro, se si scorda per un momento che si trattava di velivoli bellici. […] Ho persino costruito modellini di alcuni di essi, uno dei quali – un aereo a reazione dall’assurda forma geometrica – compare proprio alla fine di “L’età della catastrofe”. […] Ma mi son tenuto aperta una porta per poter ritornarci sopra con tutta calma. Chi leggerà la storia capirà…

Lilith 14 - L'età della catastrofe

Lilith 14: L’età della catastrofe

Al debutto di Lilith, avevi già pianificato tutto il percorso della serie?

In una storia è importante sapere come si inizia e come si finisce. Tutto ciò che sta in mezzo è l’avventura (frase che credo di aver rubato a Hugo Pratt). Così è stato per Lilith. Avevo da subito ben chiaro l’inizio e la fine della vicenda. Ho fatto un lungo elenco di episodi in cui mi sarebbe piaciuto ambientare le storie della brunetta cattiva e li ho realizzati quasi tutti, lasciandone fuori qualcuno come la prima crociata, le guerre dell’oppio in Cina, l’antico Egitto, la colonizzazione dell’Australia e lo sterminio degli aborigeni. Ho dovuto fare delle scelte.

A quasi otto anni dalla conclusione di Gea, non ti viene voglia, di tanto in tanto, di rimettere in scena la tua bassista/baluardo?

Ho lasciato Gea in un vero e proprio “mondo nuovo” dove poter vivere avventure fantasy in modalità “smodata”, per citare Mel Brooks e il suo “Balle Spaziali”. Sarebbe un vero divertimento tornare a raccontarne le avventure, nel suo scomodo ruolo di neo-mamma, leader politico e icona religiosa.

Riguardo Dragonero, come procede il romanzo che stai scrivendo? E quali altri progetti ci sono in ballo, relativi al varliedarto e ai suoi compagni di avventura?

Il romanzo procede, lento pede, ma procede. Ho rispettato la ferrea scaletta che mi diedi il novembre scorso e ormai mancano giusto un paio di capitoli per terminarlo. Poi inizierà il lavoro di editing e vedremo cosa rimarrà di tutto ciò che ho scritto. Sarà una storia di viaggio e protagonista sarà un drago. Anzi, più di uno.

Per quanto riguarda Dragonero ci sono un paio di progetti belli complessi che ci ballano sul coppino (mio e di Vietti) come spade di Damocle pronte a darci il colpo di grazia. Uno di questi è quasi in fase di produzione, ma per il momento teniamo la bocca chiusa…

 

 

 

Fonte: Sergio Bonelli Editore