Fight Club 2 1 CopertinaFight Club 2 sarà un fumetto scritto da Chuck Palahniuk. Se non cogliete l’importanza dell’evento ci sono tre possibilità. Uno: non sapete chi sia Chuck Palhaniuk, uno dei più importanti scrittori degli ultimi trent’anni. Due: non sapete che Fight Club è il suo romanzo più famoso, secondo alcuni il più significativo, e non avete mai visto il meraviglioso film di David Fincher che n’è stato tratto a fine anni Novanta. Tre: non vi importa nulla del fumetto come mezzo di espressione artistica e sulle nostre pagine ci siete capitati per caso. Benvenuti.

Piccolo retroscena dell’intervista che stiamo per riproporvi qui di seguito: la genesi di Fight Club 2 in forma di miniserie in dieci numeri risale a un incontro dell’autore con Kelly Sue DeConnick, Matt Fraction e Brian Michael Bendis in cui i tre sceneggiatori di comics incoraggiarono il romanziere a dare alla scrittura a fumetti un’occasione, a provarci. Ecco perché è semplicemente appropriato quanto segue: un’intervista di Bendis a Palahniuk sulla genesi di questo sequel, sulla transizione alla narrazione sequenziale e su molto altro ancora.

 

Bendis: Ho molte domande da fare e sono molto felice di quest’occasione, perché ho sempre un sacco di cose da chiederti quando capita di incontrarsi, ma non me la sento mai di importunarti. Eccoci qui. Hai prodotto il tuo primo fumetto. Come ti senti?

Fight Club 2 1 interni Pagina 9Palahniuk: Non saprei, sono davvero un neofita. Sono estremamente grato a Scott Allie, Editor-In-Chief della Dark Horse, e ai disegnatori Cameron Stewart e David Mack e a Matt Fraction per avermi guidato in questa esperienza e avermi insegnato a raccontare in un modo così diverso.

Non vedi l’ora di tornare a scrivere romanzi oppure pensi qualcosa tipo: “Cavolo, questa roba è entusiamante… ora capisco perché voi fumettisti siete sempre così schizzati”?

Ho esplorato ogni medium per capirne i vantaggi. Una delle ragioni per cui ho scelto Cameron è che alcuni lo criticano perché è troppo cartoonesco. Ho capito che avrei potuto mostrare scene e immagini dure e pesanti, alcune molto provocatorie, e che avrei avuto un certo spazio di manovra grazie al suo stile. In un film, non avrei potuto essere altrettanto esplicito. I film sono diretti, condannati ad essere visivamente realistici. Il che a volte è un limite a quel che possono mostrare.

Mi pare di capire che questa collaborazione ti abbia molto soddisfatto.

Fight Club 2 1 interni pagina 10Proprio così. Scrivere romanzi è un’operazione decisamente solitaria. Ho i miei workshop settimanali, ma anche quelli sono finiti, ormai. Il processo di collaborazione è stato fantastico.

Che genere di workshop?

Per un sacco di tempo, mi incontravo con Chelsea Cain e Lydia Yuknavitch e altri scrittori ogni lunedì sera. Ci revisionavamo il lavoro a vicenda, leggendo ad alta voce, dicevamo quanto era bello… e poi lo distruggevamo, per poi ubriacarci un po’. Una cosa a metà tra un workshop e una festa. Ma adesso sono tutti impegnati e molti stanno promuovendo il loro lavoro in giro.

Mi aspettavo, comunque, che apprezzassi il lato collaborativo del fumetto. Era uno degli argomenti principali con cui tentammo di convincerti ai tempi. Pensi che ne scriverai ancora o è troppo presto per dirlo?

Se non un altro progetto legato a Fight Club, vedo facilmente nel mio futuro un sequel del mio romanzo “Rant”, che ora come ora sta per diventare un film con James Franco. Se davvero arriverà nelle sale con successo, non vedo perché non farne un sequel in forma di graphic novel, dopo l’uscita.

Fight Club 2 1 interni pagina 2Credo che, tra la nostra amica comune Chelsea Cain, ottima scrittrice anche lei da poco debuttante nel fumetto, Matt e Kelly e un paio di altri, dovresti aver capito che i fumettisti tendono a seguire l’onda quando parlano del loro mondo, lo fanno con un certo entusiasmo… tu ci hai colti mentre eravamo presi da una di quelle piene. Perché quando ti ammorbammo fino alla morte al nostro incontro, siamo riusciti a coinvolgerti parlandoti come dei fan che dicono “ci piacerebbe vederti fare una graphic novel, sarebbe una figata!”. In generale, nel tuo lavoro c’è un sapore del tutto viscerale che spesso si ritrova nell’ottimo fumetto e nelle ottime graphic novel.

Quando parlammo, all’origine di tutto, mi chiedevo se per caso non ti stessimo annoiando terribilmente. A un certo punto eravamo proprio io, Matt e Kelly che ti pungolavamo. Fallo. Eddai, fallo. O almeno io me la ricordo così. A che cosa pensavi in quel momento in cui ti tediavamo?

Tutti i fumettisti che ho incontrato mi sono sembrati brava gente e molto più aperti e socialmente apprezzabili dei romanzieri.

Questa è la cosa più folle che abbia mai sentito. [ride]

Sono disposti a lavorare assieme e in differenti team, con diverse persone. La letteratura di fiction è terribilmente solitaria. Presenti il prodotto alla fine di un lavoro lunghissimo fatto in solitudine. Ero invidioso del gioco di squadra e ho voluto farne parte io, per una volta.

Fight Club 1 Copertina 2Questo posso capirlo. Ma secondo la mia teoria ogni genere di lavoro creativo narrativo ti costringe a passare un sacco di ore in casa da solo mentre gli altri stanno affinando le loro doti di socializzazione. Questo ti rende socialmente inadeguato. E le convention di fumetto sono sostanzialmente un meeting di centinaia di inetti alla socializzazione pressati insieme. Sono sempre sorpreso che non ci siano omicidi in una situazione del genere. Per questo ho riso quando ci hai definiti socialmente apprezzabili.

Secondo me, ai comicon succede quel che capita al mio cane dopo che è stato costretto in casa da giorni di pioggia e finalmente può uscire. Sta con la gente, vuole saltare, leccare, fare feste, interagire con tutti. Ed è felice di stare in compagnia.

Verissimo. Ma proprio come un cane, a volte saltiamo la staccionata. Ed è proprio quel che sto aspettando. Comunque come sei arrivato a Cameron? Suppongo sia stato il direttore della Dark Horse.

Esatto, ci ha presentati Scott. C’erano un paio di altri artisti che mi ha raccomandato e Cameron aveva questa meravigliosa estetica punk. E poi mi dava l’impressione che i suoi disegni potessero reggere parecchia narrazione. Tendo ad essere prolisso, con le trame.

Parliamo dei dolori della crescita da romanziere a sceneggiatore di fumetti. Dicci quello che ti senti, non voglio curiosare troppo.

Fight Club 1 CoverLa prima bozza era strana e non andava, troppo parlata e incerta. Un sacco di didascalie con voce fuori campo e scene d’azione mal progettate. Troppe scene in cui non c’era altro che un campo e controcampo di teste che parlavano tra loro. Cosa che odio. Quindi ho dovuto sciogliere il guinzaglio all’azione, tagliare circa tre quarti del parlato e poi inserire tutte le sottotrame in modo da avere ogni qualcosa di forte ad ogni singola pagina girata. Il che è un altro trucco importante: dare alla storia il ritmo delle pagine.

Assolutamente. Quindi sei passato da un primo draft molto parlato a uno finale che comprendeva quest’idea delle immagini che mettono in ombra le parti narrative, per creare una narrazione diversa. Era un’idea che c’era sin dall’inizio?

Sin da subito. Anche Fincher è stato grandioso nel decostruire il medium con il film di Fight Club; rompendo la quarta parete, mostrando in qualche modo gli ingranaggi del cinema, come un film nel film. Era uno stratagemma così meraviglioso che volevo fare qualcosa anche all’interno del fumetto, rompere anche in quel medium la quarta parete. Ci saranno cose diverse nei singoli numeri, in questo senso.

Ottima scelta, perché se certamente ci sarà una parte del pubblico che vorrà leggere il fumetto perché Fight Club è il romanzo che è, una gran parte lo farà con in mente l’estetica visiva del film e cercherà nelle pagine quello steso stile punk. Mi sto sforzando di ricordare se ho mai visto lo stratagemma che David Mack ha inventato per te in altri fumetti, ma non mi pare. Ho visto le tavole spezzarsi e rivelare altro, per esempio, ma solo nello stile del disegno. Questa cosa dell’immagine che di fatto crolla sul testo che avete pensato è molto interessante. Credo che i fan del film lo apprezzeranno molto, anche se non è uno stilema tratto direttamente da lì.

Fight Club 2 PromoC’è qualcosa di molto coinvolgente nel modo che abbiamo trovato di interrompere il dialogo, quasi negandolo al lettore, oscurando i volti di chi sta parlando. La cosa è potenzialmente frustrante, ma nega quel che si sta dicendo, nega il dialogo. Fa capire che le parole non sono sempre così preziose e fondamentali.

Esattamente. A volte è più interessante quel che non dici e non vedi. Vorrei parlare con te anche di David Mack, che conosco davvero da una vita. Quando penso al suo lavoro e al tuo, trovo sempre una connessione strisciante, qualcosa che non saprei definire. Direi che si vede molto bene nelle copertine.

Sono fantastiche. David, secondo me, ha davvero un talento per dipingere il subconscio… ciò di cui il cervello è meno consapevole. E Cameron invece è un maestro nel rappresentare ciò che è conscio. Si completano a vicenda.

David viene spesso a Portland e sta a casa mia almeno un paio di volte l’anno. Qualche volta arrivava dopo essere stato a pranzo con te e mi diceva “ho pranzato con Chuck Palahniuk”. Per un certo periodo ho pensato che tu fossi il suo Tyler Durden e che si immaginasse i vostri incontri. Io e te non ci eravamo ancora mai incontrati. Me lo immaginavo parlare con il muro convinto di dialogare con te. Quindi sono stato molto contento di conoscerti e sapere che il mio amico non era pazzo.

Comunque tutta questa storia è davvero entusiasmante. Il fatto che tu abbia anche solo accettato la sfida in questo momento della tua carriera, iniziato una nuova avventura con quello che io vedo come un successo, è spettacolare. Credo che molti romanzieri commettano l’errore, quando si imbarcano in questo tipo di operazioni, di cui hai parlato raccontando della tua prima bozza. Faticano ad abbracciare la componente visiva del nostro medium, a capire che è più importante delle parole.

Fight Club 2 Promo 2Da tuo fan, è una gioia vedere che hai compiuto questo passo. Ed è una gioia sapere che potrebbe esserci dell’altro in cantiere, che potrebbe essere un nuovo modo per te di raccontare storie. Credo che, ragionando sul lungo termine, questa possa diventare una componente importante della tua identità di narratore nei prossimi anni.

La mia regola principale, dopo una vita di lavori terrificanti, è basare le mie decisioni sul fatto che un lavoro mi soddisfi e mi piaccia oppure no. Se non mi diverto, vuol dire che non affronterò la cosa abbastanza in grande o che non lavorerò in modo corretto. Aspettate di vedere le card odorose che stiamo stampando in questi giorni. Saranno distribuite assieme ai primi cinque numeri. Per il New York Comic Con dovrei avere anche i successivi, fino al dieci. Non vi dirò che odori sono, chiunque dovesse identificarli tutti e dieci avrà un premio enorme.

Spettacolare. Lasciami fare una domanda: Fight Club 2… possibilità di un film? O è troppo presto per parlarne?

L’interessamento c’è, da più parti e anche dalle televisioni. Ma io sono concentrato su Fincher, che ha i diritti di sfruttamento e sta lavorando con Trent Reznor proprio ora per mettere assieme la musica per una sorta di opera rock da rappresentare in teatro in varie città contemporaneamente.

 

 

Fonte: Comic Book Resources