È trascorso relativamente poco tempo dall’annuncio che suscitò “un tremito nella Forza” e che segnò un punto di svolta fondamentale nelle vicende cinematografiche e non di quella galassia lontana lontana. Circa un paio di anni fa scoprivamo tutti, a metà strada tra la costernazione e l’entusiasmo, che Star Wars e la Lucasfilm entravano nella scuderia Disney, seguendo la scia già tracciata da Marvel e Pixar prima di lei.

E da allora non è esagerato dire che l’universo di Star Wars è stato rivoluzionato in modo perfino più drastico e significativo di quanto fosse già accaduto nell’epoca dei prequel. Si sono susseguiti gli annunci di una nuova trilogia cinematografica e di film autoconclusivi “antologici”, la serie animata di Star Wars Rebels ha preso il posto di The Clone Wars e la Marvel ha dato il via a una serie di iniziative a fumetti che hanno ottenuto straordinari record di vendita e di critica, ineguagliati da qualsiasi produzione analoga del passato.

Anche se la prima impressione può essere quella di sentirsi sopraffatti di fronte a questa girandola di iniziative, specialmente provenendo da alcuni anni di “magra” in cui a mantenere accesa la fiamma della Forza c’era solo la suddetta serie animata dedicata alle Clone Wars – e comunque l’impressione generale era che Star Wars si stesse avviando verso una sopravvivenza “di nicchia” – un esame più lucido di quanto visto in questi mesi lascia invece credere che questo sia solo l’inizio di una… “marcia Imperiale” destinata a promuovere le vie della Forza come mai era accaduto in passato.

Dark Empire #1

Dark Empire #1

Tentare di prevedere la portata e la risonanza che la nuova giovinezza di Star Wars avrà presso gli spettatori e gli appassionati di tutto il mondo è impossibile, al di là della facile previsione di trovarsi di fronte a un’avventura narrativa e a uno sforzo creativo che forse non conosce precedenti nella storia dell’intrattenimento di massa. Una delle possibili chiavi di lettura del progetto narrativo venturo di Star Wars può esserci fornito da una delle iniziative più cruciali e discusse prese dalla dirigenza Disney subito dopo il suo insediamento, vale a dire l’inaugurazione di un nuovo canone dove tutti i prodotti legati al nome di Star Wars siano parimenti validi, significativi e compatibili. Ma visto che stiamo per addentrarci in un’analisi che coinvolge e interessa soprattutto gli “addetti ai lavori”, prima forniremo le coordinate essenziali per permettere a chiunque di orientarsi nella vicenda.

Si parla dell’Universo Espanso di Star Wars, vale a dire quella marea di prodotti secondari che hanno invaso il mercato nei decenni passati e che hanno in qualche modo ampliato o proseguito le avventure cinematografiche, contribuendo narrativamente in qualche modo alle “cronache” di quella galassia lontana lontana: quindi romanzi, videogiochi, e naturalmente – e soprattutto – fumetti!

Questi prodotti, alla cui realizzazione si sono avvicendati innumerevoli autori, disegnatori e licenziatari nell’arco degli anni, non solo hanno integrato le vicende viste sul grande schermo con approfondimenti, avventure aggiuntive, spiegazioni e retroscena (a volte perfino tappando qualche “falla” delle sceneggiature cinematografiche!) ma nei molti anni di interregno che hanno separato una trilogia dall’altra spesso hanno contribuito in modo essenziale a mantenere viva la passione di Star Wars, regalando nuove avventure, personaggi e creazioni al folto pubblico costretto a volte a molti anni di “digiuno”.

È dunque comprensibile la reazione di una parte degli appassionati di fronte all’ “editto” Disney di cui si parlava in precedenza, vale a dire un “reset” della continuity che rende nullo tutto ciò che è stato prodotto in questo campo fino ad ora, convalidando come “vera” e ufficiale storia di Star Wars solo quella narrata da poche, selezionate produzioni: i film dell’esalogia, naturalmente, e le due serie animate Clone Wars e Rebels… in aggiunta a tutto il materiale “coordinato” che sarà prodotto d’ora in poi.

Heir to the Empire

Heir to the Empire

Il materiale del vecchio universo espanso aveva regalato alla galassia di Star Wars un passato remoto, esplorando le origini dell’ordine Jedi e la nascita dei Sith e narrando gli scontri tra le due sette che avevano sconvolto le epoche arcaiche della Vecchia Repubblica, e un futuro prossimo, tratteggiando gli scontri tra la Nuova Repubblica e i rimasugli dell’Impero morente, rivelando le vicende degli ipotetici discendenti delle famiglie Solo e Skywalker, fino a spingersi un secolo e oltre nel futuro rispetto agli anni che conosciamo. E se è vero che diverse trovate rasentavano spesso l’improbabile e il discutibile, è anche vero che una produzione così vasta aveva saputo regalare anche dei momenti interessanti e genuinamente appassionanti: ritrovarsi improvvisamente orfani di personaggi come Darth Revan, l’Ammiraglio Thrawn, il Principe Xizor e altri personaggi originali giunti alla ribalta sulle pagine di fumetti e romanzi nel corso degli anni ha suscitato in alcuni la sensazione di essere stati “traditi”.

Tuttavia, il “peccato originale” che ha portato a questa inevitabile decisione non è tanto da imputarsi alla nuova gestione Disney, per la quale questa era l’unica via creativamente percorribile, specialmente di fronte alla scelta di realizzare la terza trilogia cinematografica, bensì di una gestione discontinua, sofferta, e mai accettata fino in fondo della dimensione fumettistica e narrativa da parte della vecchia dirigenza Lucasfilm.

 

– Le origini

Tutto nasce con due produzioni all’inizio degli anni 90: Dark Empire per il filone fumettistico e Heir to the Empire per il settore dei romanzi. E a ben guardare, già i sintomi che qualcosa non andasse per il verso giusto erano visibili fin da allora, essendo due prodotti che narravano un ipotetico seguito alle vicende de Il Ritorno dello Jedi… proponendo due visioni della galassia pressoché simultanee e altrettanto inconciliabili l’una con l’altra. Jedi, Forza e lato oscuro la facevano da padroni in Dark Empire, che tratteggiava una galassia crepuscolare e sfinita dalla guerra in cui l’Impero era ancora potente e minaccioso, mentre politica e strategia erano i temi principali di Heir to the Empire, in cui la Nuova Repubblica era saldamente al controllo della galassia e l’Impero era stato ricacciato in un angolo. Gli ottimi successi di vendita riscossi da entrambe le iniziative fecero capire alla Lucasfilm che le incursioni in questi media non dovevano necessariamente essere sporadiche e limitate, ma potevano condurre a saghe e produzioni di ampio respiro. Con qualche “retcon” e un po’ di aggiustamenti in corsa, romanzi e fumetti partirono per un’avventura che sarebbe durata per oltre due decenni, ma non senza snodarsi lungo un percorso piuttosto dissestato.

Vale la pena, specialmente in questi giorni, di soffermarsi su una scritta che accompagnava le prime edizioni di quei prodotti e che ci fornisce un altro significativo indizio che negli anni a venire sarebbe stato ignorato o addirittura soppresso: entrambe le pubblicazioni succitate, nonché molte altre della “prima generazione” di prodotti dell’Expanded Universe, portavano il seguente disclaimer in apertura:

This and all other products that take place after the events depicted in Return of the Jedi are the author’s vision of what may have happened. The true fate of the heroes and villains of the Star Wars universe remains the exclusive province of George Lucas and Lucasfilm, Ltd.

Questo e tutti gli altri prodotti ambientati dopo gli eventi descritti ne Il Ritorno dello Jedi sono la visione dell’autore di ciò che potrebbe essere accaduto. Il vero destino degli eroi e dei malvagi dell’universo di Star Wars rimane esclusivo dominio di George Lucas e della Lucasfilm Ltd.

Shadows of the Empire #1

Shadows of the Empire #1

Difficile trovare una dichiarazione di intenti più esplicita ed esaustiva… eppure è un avvertimento che molti lettori e appassionati “rimossero” negli anni a venire, e che per la verità presto scomparve anche fisicamente nelle pubblicazioni degli anni successivi. Chi però lamenta un clamoroso “retromarcia” della nuova Lucasfilm al riguardo farebbe bene a rispolverare questo disclaimer, diffuso in lungo e in largo in un’epoca in cui l’avvento della Disney era inconcepibile per chiunque. Questo perché soprattutto è una dichiarazione indicativa del rapporto sofferto che Lucas e la Lucasfilm avevano con queste produzioni secondarie: sapevano che gli appassionati le apprezzavano (e fruttavano anche discreti introiti), ma mal sopportavano il pensiero che altri autori e creatori decidessero le sorti dei personaggi e dei mondi della galassia, e soprattutto Lucas non gradiva l’idea di sentirsi vincolato a questi eventi nella realizzazione di ulteriori produzioni. Comprensibile da un punto di vista strettamente autoriale, ma anche un peccato dal punto di vista creativo e produttivo, perché in una delle rare occasioni in cui Lucas e la Lucasfilm decisero di partecipare attivamente e da vicino in una produzione fumettistica e letteraria, con il crossover multimediale Shadows of the Empire del 1996, che andava a colmare il vuoto tra L’Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi con un’avventura che riuniva tutto il cast dei personaggi cinematografici ambientato per buona parte sul pianeta-capitale di Coruscant, i risultati furono qualitativamente esaltanti, e lettori e appassionati ebbero un assaggio (purtroppo fugace) di quello che avrebbe potuto fornire un universo espanso seguito con costanza, coerenza e un attento controllo qualitativo.

 

– L’epoca dei prequel

Jedi vs. Sith

Jedi vs. Sith

Giunto al momento di avviare la produzione della trilogia dei prequel, Lucas mantiene la sua posizione conflittuale riguardo al materiale dell’universo espanso. Vorrebbe addirittura ignorare il nome di Coruscant per la capitale galattica, e in generale proseguire la sua avventura narrativa libero da quanto realizzato nelle produzioni cartacee, cosa che a tutti gli effetti fa, descrivendo uno status quo degli ordini Jedi e Sith che contrasta nettamente con quanto illustrato fino ad ora delle due categorie di seguaci della Forza in romanzi e fumetti. È l’inizio di un periodo piuttosto travagliato, in cui romanzieri e fumettisti dovranno spesso cimentarsi in audaci e sofferti “retcon” per evitare che quanto introdotto nei prequel vada a vanificare tutto ciò che è stato pubblicato in precedenza, in alcuni casi anche con risultati straordinari: quando gli eserciti sterminati di Sith comandati da intere confraternite del lato oscuro devono necessariamente trasformarsi in un ordine composto da due soli individui (!), la storia dell’oscura trasfigurazione dell’ordine Sith dà origine a personaggi e storie avvincenti e interessanti, come nel caso di Darth Bane e Darth Revan. Anzi, gli sforzi creativi degli autori di romanzi e fumetti spesso giungono anche in soccorso dei momenti più “traballanti” delle pellicole cinematografiche, fornendo spiegazioni o approfondimenti a questioni lasciate in sospeso come la cancellazione delle mappe dalla biblioteca Jedi in Episodio II, o approfondimenti di personaggi come Maul, Dooku e Grievous che nelle pellicole appaiono soventemente “incompiuti”. Questo da un lato contribuisce a creare nei lettori una maggiore fiducia e un maggiore interesse nelle produzioni secondarie. Dall’altro, però, Lucas continua a non essere troppo interessato a un monitoraggio attento di queste linee narrative, sentimento che non fa che intensificarsi all’uscita di Episodio III, quando il creatore di Star Wars considera la sua opera ormai giunta a compimento.

 

– Il declino

Star Wars Leagacy #1

Star Wars Leagacy #1

Dal 2005 in poi – quindi per quasi un decennio – Star Wars sopravvive soltanto attraverso queste produzioni secondarie, che per lo più vivono di vita propria o tentano di farlo: se spuntano prodotti di qualità si deve soprattutto alla buona volontà e all’entusiasmo di autori come John Ostrander che vanta un’ottima conoscenza della materia e tesse trame di taglio adulto ambientate sia nel passato recente della serie Republic che nel futuro remoto di Legacy. Purtroppo, i molti anni di materiale accumulato senza un vero e proprio monitoraggio fanno sì che ormai contraddizioni e incongruenze si accumulino: i soli tre anni delle Guerre dei Cloni contano un ingorgo di vicende a fumetti, romanzate e di animazione che stridono e si incrociano le une sulle altre senza soluzioni di continuità. Non va troppo meglio nel futuro, dove all’invasione di una razza aliena, gli Yhuuzan Vong, viene dedicato un ciclo di oltre trenta romanzi (!) che tradisce un palpabile senso di smarrimento, tra l’impossibilità di riciclare all’infinito la lotta contro i rimasugli dell’Impero e la capacità di trovare nuovi conflitti avvincenti e significativi.

 

– Il nuovo canone

Star Wars Marvel #1

Star Wars Marvel #1

Nel momento in cui la Disney prende la decisione di realizzare Episodio VII, in realtà la sua è una scelta obbligata: al di là della validità o meno delle trame narrate nell’universo cartaceo (che comunque, specialmente nel periodo post-Jedi barcolla), sarebbe impossibile realizzare un adattamento di una storia già nota nel dettaglio, sottoponendo scelte creative, narrative, registiche e di realizzazione a trame fissate oltre venti anni prima, di tenore e intenti completamente diversi.

Ma soprattutto, e questo è il punto che più ci interessa, c’è la consapevolezza, la scelta e la volontà di fare quello che la Lucasfilm all’inizio delle sue avventure editoriali non ebbe mai cuore o desiderio di fare: un monitoraggio attento e costante di tutte le produzioni narrative, fumettistiche e secondarie affinché tutto abbia pari dignità, non si creino contraddizioni e la coerenza con l’universo cinematografico sia inoppugnabile. I frutti di questa scelta, dopo un anno di nuove produzioni, sono già palpabili: le testate a fumetti Marvel (che, a proposito, esordiscono questa settimana nell’edizione italiana proposta da Panini Comics) hanno radunato alcuni tra i migliori autori e disegnatori dell’intero parco fumettistico americano e stanno dipingendo un affresco degli anni di collegamento tra Una Nuova Speranza e L’Impero Colpisce Ancora che unisce impeccabilmente le due pellicole. Compito analogo, anche se più limitato dalla natura “per ragazzi” della produzione, spetta alla serie televisiva di Star Wars Rebels, che ha il cruciale e poco invidiabile compito di collegare la vecchia alla nuova trilogia, mostrandoci la galassia in pieno regime Imperiale e tratteggiando la nascita delle prime scintille di Ribellione, impresa che svolge diligentemente e a tratti anche in modo entusiasmante, ma che speriamo possa essere presto un territorio esplorato anche da iniziative più adulte.

Kanan The Last Padawan #1

Kanan The Last Padawan #1

In tutto questo, il sentore di un ferreo controllo di quella “continuity” che tanto affascina i lettori di fumetti di vecchia data è palpabile, con la differenza che i collegamenti non si limitano a unire una testata a fumetti all’altra, ma mettono in contatto diversi media tra loro: ecco dunque la serie a fumetti Kanan: The Last Padawan, che regala un passato al protagonista della serie animata, ma anche il Darth Vader a fumetti di Kieron Gillen che ci spiega come l’oscuro signore dei Sith “ascenda” dalla debacle della battaglia di Yavin dove lo lasciamo alla fine di Una Nuova Speranza all’onnipotente controllo della Flotta Imperiale che esercita quando lo ritroviamo ne L’Impero Colpisce Ancora. E il fatto che queste storie vengano spesso narrate dai nomi migliori che il panorama di intrattenimento di massa americano ha da offrire… beh, non guasta affatto!

E le vecchie produzioni della continuity passata? Non sono state “spazzate via”, come alcuni dei loro sostenitori lamentano, ma vanno a comporre una linea separata, Legends, che raggruppa le produzioni della vecchia gestione e che continuano ad essere regolarmente distribuite e disponibili sul mercato, sia per chi volesse riscoprirle, sia per chi volesse addentrarsi in quei mondi per la prima volta. Qualcosa di analogo – ci si consenta il paragone azzardato – all’Universo Marvel tradizionale e all’Universo Ultimate, dove i concetti essenziali, che in questo caso sono quelli delle produzioni cinematografiche, danno origine a sviluppi e a variazioni sul tema che si diramano su percorsi diversi.

Darth Vader #1

Darth Vader #1

Naturalmente, il nuovo canone ha dalla sua un potente alleato: Episodio VII e tutto ciò che seguirà, che farà parte della continuity curata dai numi tutelari appositamente nominati – lo Star Wars Story Group – e che svilupperà la sua storia in concomitanza con quelle che Marvel, Rebels e tutte le produzioni future (già si vocifera di una serie TV live-action, una promessa che la vecchia Lucasfilm aveva fatto oltre dieci anni fa e mai portata a compimento) porteranno avanti.

In definitiva è proprio questo metodo di porsi a fare la differenza e a restituire “una nuova speranza” alla saga stellare: il fatto che una gestione coerente e coesa delle trame narrative che attraversano i vari prodotti non sia più vissuta come un’imposizione necessaria, mal tollerata e in definitiva disattesa, bensì come scelta volontaria e consapevole di muovere le fila di un grande affresco narrativo che abbraccia autori, media artistici e forme di espressione diverse tra loro. E basta questa premessa ad aprire uno spiraglio sulla vera portata di un progetto narrativo del genere: un’unica grande storia che attraversi film, serie d’animazione, serie televisive, fumetti, romanzi e chissà quali altri nuovi canali multimediali il prossimo futuro saprà offrirci. Anche volendo restare con i piedi per terra, possiamo sbilanciarci a dire che un concetto del genere costituisce forse un progetto narrativo di portata, respiro e ambizioni superiori forse a qualsiasi altra cosa mai tentata fino ad ora. Certo, la perfezione non è di questo mondo, e potrà accadere che non tutti i capitoli di questa grande storia riescano sempre a convincere e appassionare tutti allo stesso modo. Tuttavia risulta comunque avvincente ed entusiasmante vedere il nome di Star Wars abbinato a un esperimento creativo di tale portata: a prescindere da dove condurrà questo viaggio, la sola possibilità di poterlo intraprendere con tutte le potenzialità che le tecnologie, i canali mediatici e i molti artisti coinvolti ci offrono è sufficiente a consentirci di tornare a fantasticare, magari scrutando due soli gemelli all’orizzonte di un pianeta apparentemente insignificante e polveroso. Ci aspetta forse la saga narrativa più popolare, epica e rappresentativa della nostra epoca? È lecito sognarlo. Ed è lecito credere che nei mesi a venire, tutti coloro che decideranno di intraprendere questa grande avventura potranno, come profetizzava il saggio Obi-Wan Kenobi, “fare il loro primo passo in un mondo più vasto”!

Shattered Empire