Superman 41 CopertinaComic Book Resources ha intervistato il nuovo sceneggiatore di Superman, Gene Luen Yang, che proprio in questi giorni ha debuttato come successore di Geoff Johns con il numero #41 della serie regolare. Il premio Eisner 2014 per The Shadow Hero ha parlato dei prossimi piani per l’Uomo d’Acciaio della DC Comics. Intervistato assieme a lui anche il suo collega e leggendario disegnatore John Romita Jr..

Romita – Nonostante l’opinione comune, non credo che gli eventi di Divergence e lo scontro con Ulysses abbiano cambiato molto Superman. Credo stia facendo progressi. L’abbandono di Geoff non è stato traumatico, abbiamo preso la sua idea di base e siamo andati avanti, come in una naturale evoluzione. Gene sta facendo un ottimo lavoro.

Yang – Grazie, John. Anche io la vedo come te. Quel che stiamo facendo, sulle quattro diverse testate dedicate a Superman, è un lavoro di squadra. Un personaggio con una storia così lunga è passato per forza attraverso varie fasi riconoscibili. Quel che stiamo cercando di fare nella storia attuale è farlo evolvere collegando ogni passo a queste fasi, rendedolo coerente con il suo passato.

I due hanno parlato dell’evento di svolta che ha iniziato il corso di Yang, ovvero la nuova scoperta da parte di Lois Lane dell’identità segreta di Clark Kent e di ciò che questo comporterà nella loro relazione. Lo sceneggiatore ha spiegato che Superman combatte sostanzialmente per la verità in quasi ogni occasione, come eroe e come reporter, eppure la sua vita è irrimediabilmente condizionata da un segreto, da una sorta di bugia. Questa tensione è il tema del primo arco narrativo della sua run e Lois, da reporter qual è, è perfetta per essere coinvolta in questa situazione, in quanto altrettanto dedita alla ricerca della verità.

Rivelazione lampo: il villain che vedremo in Divergence, potenziato dalla Kryptonite, si chiama Snakepit. La coppia creativa ne è entusiasta e spera di inserirlo spesso nelle pagine di Superman nel futuro prossimo e non. Non dicono se lo vedremo scontrarsi con l’Uomo d’Acciaio a breve, però. Ci sarà invece per certo un cattivo che condivide con l’eroe, magari in modo speculare e opposto, la tensione verso la verità. Questo tema sembra essere molto caro a Yang. Il titolo dello storyarc, Truth, non lasciava molti dubbi. L’intervista si è quindi concentrata sull’autore dal punto di vista personale e professionale.

Yang – Dopo The Shadow Hero non avrei mai pensato di tornare così presto a una storia di supereroi, e certamente non su Superman. Quel fumetto lo scrissi dopo aver scoperto il personaggio di Green Turtle in una oscura serie a fumetti degli anni Quaranta della Blazing Comics, agli albori del genere supereroistico, che mi ha sempre affascinato. Passare da quel progetto a scrivere le avventure del personaggio che ha dato vita a tutto quanto è stato uno spettacolo.

DivergenceSono convinto che ogni supereroe tragga le sue origini da Superman, che ha impostato le regole del genere. Con Green Turtle ho potuto giocare con queste regole perché è un eroe di quell’epoca, ma era semi-sconosciuto, non ha avuto successo, è durato solo cinque numeri, quindi è stato soppresso prima ancora che il suo creatore ne raccontasse le origini e ci svelasse davvero la sua identità.

Quel che mi ha reso davvero felice qui alla DC è il fatto che mi abbiano chiesto di continuare a lavorare manipolando le regole del genere supereroistico, per quanto in modi molto diversi rispetto a The Shadow Hero. Credo che io e John siamo riusciti a farlo, a modo nostro, e ne siamo davvero entusiasti.

I due hanno poi commentato il periodo di adattamento che stanno vivendo l’uno con l’altro. Yang ha dichiarato di essere stato varie volte in coda per avere un autografo di Romita, da ragazzino, quindi lavorare con lui è un sogno. Ha anche aggiunto che, se John non avesse fatto il  disegnatore di fumetti, sarebbe stato un ottimo coreografo di scazzottate nei film, talento che lo sceneggiatore ha intenzione di sfruttare al meglio. Infine, l’autore ha rivelato anche un altro tema caldo che gli piacerebbe trattare su Superman.

Yang – Io non sono un immigrato, i miei genitori lo erano. Credo che un sacco di ragazzini figli di immigrati vivano in qualche modo incastrati fra due culture. Io parlavo una lingua a casa e un’altra a scuola, avevo aspettative diverse su di me a seconda dell’ambiente in cui mi trovavo.

A volte mi guardo indietro e mi chiedo se non mi sia appassionato ai supereroi proprio perché anche loro hanno due identità, un po’ come me. Superman, poi, è un ospite alieno, un immigrato a sua volta, strattonato dalla cultura di Krypton e da quella Americana. Ho intenzione di esplorare questo argomento a fondo, in futuro.

 

 

Fonte: Comic Book Resources