New Gods #1

New Gods #1(1971)

In occasione dell’appuntamento settimanale con Conversations of Convergence, la rubrica di Jeffrey Renaud su CBR dedicata al megaevento in corso da parte della DC Comics, il suo co-direttore Dan DiDio ha ricordato gli indimenticabili anni ’70. Si è parlato dell’Età del Bronzo del mercato a stelle e strisce, del Comics Code Authority, l’organo di censura imposto a tutti gli editori di fumetti introdotto in USA nel 1954 sotto la spinta del libro Seduction of the Innocent dello psichiatra Fredric Wertham e quindi della nascita dei Nuovi Dei, i protagonisti del capolavoro Il Quarto Mondo di Jack Kirby, che ancora oggi interpretano una parte di rilievo nell’Universo DC.

Alla discussione ha contribuito un’altra leggenda dei comics, Len Wein, creatore non solo di Swamp Thing (1971) in collaborazione con Bernie Wrightson per la major americana e di Wolverine insieme a Herb Trimpe e John Romita Sr. per la rivale Marvel, ma probabilmente del migliore crossover finora ispirato alle creature del Re, Legends, la mini di sei numeri disegnata da John Byrne tra il 1986 e il 1987. Vi riportiamo il meglio di chiesto incontro contenuto nel video a seguire.

 

[…] Con l’arrivo degli anni ’70 iniziò la Bronze Age del fumetto americano, non nota probabilmente come la Golden e la Silver Age, ma altrettanto di vitale importanza per la caratteristica di storie raccontate oggi dalla DC Comics.

DiDio: Gli anni ’70 sono un epoca veramente affascinante. […] L’insieme dei titoli e il tipo di storie di quel periodo conquistarono molti dei lettori che ancora oggi leggono fumetti.

Wein: E non dimentichiamo il significato delle serie. Diversamente dai vecchi soggetti degli anni ’40, ’50 e ’60, dai ’70 non si leggeranno più fumetti. Si leggeranno serie. Ogni trama procedeva da quella prima ed era diversa dalla precedente.

DiDio: Questo è molto importante perché si tratta di qualcosa su cui ci impegnano quotidianamente. Quando parliamo di continuity, parliamo di continuità delle storie e dei personaggi, di come crescano e cambino, che poi è ciò che ti tiene sospeso sull’orlo della poltrona, aspettando il prossimo albo.

Swamp Thing #1 (1972)

Swamp Thing #1 (1972)

Len, negli anni ’70 tu lavorasti alla tua run di Swamp Thing con Bernie Wrightson, divenuta un classico. Nello stesso tempo Denny O’Neil e Neal Adams erano alle prese con storie d’avanguardia nelle pagine di Green Lantern/Green Arrow […] sull’abuso di droghe, sulla povertà. […] Accadde qualcosa di particolare in quel decennio, per cui gli autori pensarono: “Possiamo occuparci di problematiche più serie nei fumetti dei supereroi”?

Wein: Penso sia stata una combinazione di più elementi, non ultimo il cambiamento del Comics Code. Molti di noi ricordano ancora il Comics Code Authority.

DiDio: La cosa interessante sul Comics Code è che […] spinse la gente a lavorare con più impegno e a trovare vie più intelligenti per fare storie d’impatto pari a quelle che facciamo oggi.

Wein: Dovevamo inventarci le peggio diavolerie per aggirare il codice. […] Mentre scrivevo Fratello Voodoo durante la mia esperienza alla Marvel, non ci era permesso usare la parola zombie, uno spasso quando stai lavorando su una serie Voodoo e zombie. Mi venne in mente una vecchia storia di Robert E. Howard che avevo letto molti anni prima, intitolata “I colombi dell’Inferno”. C’erano degli zombie, ma per qualche ragione che non riesco più a ricordare erano definiti “zuvembies”. Così chiamai i miei personaggi zuvembies e il Code non batté ciglio. […] Erano zombie, ma solo perché si chiamavano in altro modo, andò tutto liscio.

Dan, un altro grande evento degli anni ’70 è stato il passaggio di Jack Kirby alla DC Comics e la creazione dei Nuovi Dei e del Quarto Mondo. […] Darkseid, Forever People e Mister Miracle continuano a giocare un ruolo di primo piano nel DC Universe. Qual è stato il suo impatto sulla casa editrice in quel periodo?

DiDio: La cosa curiosa se osservi fumetti dagli anni ’60 ai ’70 […] è la differenza di dinamismo nello stile artistico tra Marvel e DC, a favore della prima, grazie all’impulso dato da Jack Kirby e Steve Ditko. La DC […] era fortemente indirizzata verso la fantascienza e dipendeva profondamente da scrittori e idee orientati verso questo genere di intrattenimento. Il disegno non era così energico e vivace fino a quando non apparve un certo Neal Adams.

[…] Quando Jack Kirby arrivò alla DC, si ebbe un’altra incredibile spinta di creatività artistica. Dovete tener presente, io lo faccio sempre, che Jack Kirby scriveva, disegnava e correggeva per le stampe un fumetto a settimana, un’intero albo a settimana. […] Quando Kirby giunse alla DC, onestamente stavo leggendo poco della Marvel e molto della DC, roba horror soprattutto. Swamp Thing di Len principalmente, mi aveva portato dalla parte DC. […] Il secondo motivo che mi legò ancora più profondamente a questo editore fu il materiale di Jack Kirby. […] Ancora oggi subisco totalmente la sua influenza.

Legends #1

Legends #1 (1986)

Len, […] negli anni ’80 ti occupasti dei Nuovi Dei nella miniserie Legends. Ci fu un rapporto diretto con Jack Kirby?

Wein: Oh Cielo, si. Conobbi Jack che avevo 12 o 13 anni. Viveva nella casa dopo i miei vicini di casa… Marv Wolfman e io, da piccoli fessacchiotti quali eravamo, gironzolando in bicicletta un sabato vicino alla dimora di Kirby, ci presentammo suonando al campanello e dicendo: “Salve, siamo grandi fan di Jack”. Volevamo solo fare una visita lampo per dirgli “Ciao”. Roz [Rosalind] Kirby da super mamma qual era, ci invitò a prendere un bicchiere di latte e dei biscotti, che divenne poi un rituale. Quanti sabati pomeriggio abbiamo passato appollaiati in casa di Jack, guardandolo attenti disegnare. [Ride].

Dan, qual è la funzione dei Nuovi Dei in Convergence o che ci puoi dire del post Convergence?

DiDio: Nessuna. Ci siamo serviti dei Nuovi Dei in maniera massiccia per arrivarci, con la serie Earth 2: World’s End. Abbiamo visto molto Darkseid e Apokolips e all’estremo opposto di Convergence, avremo la possibilità di vedere la Darkseid War di Geoff Johns e Jason Fabok su Justice League. Ma in Convergence stessa vogliamo lasciare il palcoscenico a personaggi differenti. Il perché è nella concezione del progetto che prevede città descritte nel momento della loro distruzione o alla fine di una specifica linea temporale. Per quanto mi riguarda non c’è una fine per i Nuovi Dei. Non esiste la parola fine per ogni creazione di Kirby […]

Con Convergence stiamo cercando di stare molto concentrati su un gruppo più piccolo di personaggi. […] Le testate mensili daranno a tutti loro individualmente, la possibilità di mettersi in mostra e di dimostrare chi siano […] Così quando li ritroveremo in altri contesti, li conosceremo benissimo […] Per me è importante che quando realizziamo eventi, il lettore si senta in sintonia con il personaggio e il personaggio in sintonia con la serie, che non sia  solamente qualcuno in costume che sembra vagamente familiare, recitare una parte senza senso rispetto a ciò per cui lo consociamo. Che ne dite? [Ride]

[…] Vi rivelerò una sorta di consiglio che Len mi regalò molto tempo fa e che ho sempre portato con me. Mi ha sempre detto che la prima storia che vorresti raccontare come fan è l’ultima storia che dovresti realizzare come professionista. […] Perché appena scriverai quella storia il personaggio sarà messo in disparte, sarà finito. Quanti fan vorrebbero assistere a una conclusione, ma è nostro dovere come professionisti che non accada mai, rendendoli estremamente soddisfatti delle storie che propineremo loro.

 

Fonte: CBR