Continua e si conclude la lunga panoramica di Brian Michael Bendis sul suo ciclo narrativo dei mutanti di casa Marvel (qui trovate la prima parte).

Con il numero #600 di Uncanny X-Men, la lunga permanenza di Bendis giunge al termine e l’autore saluta trame, personaggi e… colleghi.

 

Uncanny X-Men #600, variant cover di Chris AnkaUna delle idee che più mi sono piaciute è stata quella di differenziare le Naiadi di Stepford a livello di personalità e di aspetto. sapevo che sarebbe stata un’idea controversa; fino a un certo punto ho lasciato le cose come stavano, ma nell’ottica di far crescere e sviluppare tutti i personaggi mi sono detto: non sarebbe bello se decidessero tutte assieme, senza le briglie di Emma a guidare la loro mente collettiva, di sforzarsi per creare una specie di identità individuale sia a livello estetico che a livello interiore? Avrei potuto scrivere questo genere di storia all’infinito. Con un pizzico di “Multiplicity”, ognuna di loro avrebbe potuto rappresentare un tipo diverso di Emma adolescente. Questa è una cosa che, se avessi avuto ancora spazio, avrei sviluppato molto volentieri.

Eva Bell non uscirà di scena: la reazione dei lettori ad Eva è stata sorprendente, davvero fantastica. Ne sono lusingatissimo. Eva comparirà nelle prossime storie.

Vorrei spendere anche due parole su Chris Bachalo. Chris adora gli X-Men, quindi mette tutto se stesso nelle illustrazioni delle loro storie, e si vede. Volendo entrare un po’ nel tecnico: quando Chris compone quegli incredibili layout su una pagina, pensa sempre a dove includere i balloon fin dal layout e ti indica dove piazzare il dialogo.

Poi, durante l’elaborazione, può capitare che io cambi qualche dialogo o qualche altro dettaglio, ma certi disegnatori creano dei layout impossibili, senza curarsi di dove sia possibile piazzare il testo. A volte questo può essere molto dannoso nei confronti di quello che avevi pianificato. Ma Chris ha sempre avuto l’accortezza di lasciare ai dialoghi lo spazio che meritano nel disegnare le sue pagine.

In conclusione, credo che abbiamo realizzato delle scelte molto coraggiose, a cominciare dalla premessa dei Nuovissimi X-Men giunti nel presente e rimasti nel presente, senza trasformarli in una gigantesca storia sui paradossi temporali. Abbiamo anche fatto quello che ci eravamo prefissi: scelte audaci nel creare nuovi personaggi, mettere nuovi giocattoli nella X-scatola dei giochi, anche se mentre lo facevamo, c’era gente che diceva che non ce lo avrebbero permesso. E invece ce l’hanno permesso.

L’esperienza degli X-Men mostra, nel campo dei supereroi, cosa significa essere diversi in questo mondo, e tutto ciò che devi affrontare quando scegli di abbracciare le tue differenze e difenderle. È questa l’essenza della serie, questo è ciò di cui dovrebbe trattare, e penso che siamo riusciti a coglierla.

 

Fonte: CBR