Dopo un primo lungometraggio cinematografico dedicato quasi interamente a Charlie Brown, per la seconda incursione dei Peanuts sul grande schermo si decide di dare spazio al secondo personaggio più importante della striscia a fumetti, forse anche più popolare e più amato dell’effettivo protagonista.
Il titolo Torna a Casa, Snoopy richiama il celebre film dedicato a Lassie e infatti il simpatico beagle vivrà un’avventura lontano da casa, mentre i suoi amici soffrono per la sua mancanza. Per l’occasione viene introdotto nella produzione animata Woodstock, apparso per la prima volta nei fumetti 5 anni prima, che riveste qui il perfetto ruolo di spalla di Snoopy, altrimenti costretto a un viaggio in solitaria.

Con questo film Charles Schultz vuole tentare un approccio commerciale più disneyano che avesse ancor più impatto sul pubblico, e fa comporre le musiche ai fratelli Sherman (Mary Poppins, Il Libro della Giungla). Si tratta dell’unico prodotto televisivo o cinematografico dei Peanuts a non avere una colonna sonora realizzata da Vince Guaraldi mentre il compositore era ancora in vita, ma dopo questo esperimento Schultz tornerà sui suoi passi, preferendo le atmosfere jazz che erano ormai una cifra stilistica dei cartoni.

Torna a Casa SnoopySnoopy riceve una lettera da una bambina di nome Lila, che è ricoverata in ospedale e lo vorrebbe al suo fianco per tenerle compagnia; dopo aver letto la lettera, subito Snoopy parte assieme a Woodstock per l’ospedale, affrontando un viaggio nel quale si trova ostacolato da edifici, bus e treni in cui è esposto il cartello “Vietato l’ingresso ai Cani”, divertente tormentone della pellicola sottolineato da un contrappunto musicale. I due animali vengono però fatti prigionieri da una bambina che li costringe a essere i loro animaletti domestici, una sorta di Elmira dei Tiny Toons ante-literam; fortunatamente riescono a fuggire e proseguono la loro odissea accampandosi nei boschi, dove cantano e giocano attorno al fuoco.

Nel frattempo Charlie Brown si domanda chi sia la bambina per cui Snoopy ha lasciato casa così rapidamente; Linus effettua qualche indagine e scopre trattarsi della prima padroncina del cane, con cui ha vissuto per qualche giorno prima di riportarlo all’allevamento canino dove Charlie Brown lo ha adottato.

Anche l’ospedale proibisce l’ingresso agli animali, così Snoopy e Woodstock devono cercare di entrare di nascosto; dopo qualche tentativo il cane riesce a raggiungere Lila e rimane al suo fianco per tutta la degenza. Quando la bambina viene dimessa è convinta che sia stata la visita di Snoopy a farla stare meglio e chiede al cane di andare a vivere con lei; Snoopy è dubbioso e si prepara a tornare da Charlie Brown, ma quando vede Lila piangere alla finestra, torna indietro e accetta di trasferirsi da lei.

Snoopy LilaPrima di andarsene definitivamente, Snoopy torna dai suoi amici per un ultimo saluto, durante il quale cede a Linus il suo set da croquet e i suoi scacchi, mentre a Schroeder lascia la sua collezione di dischi. Per salutare il cane viene organizzato un’emozionante festa d’addio, durante la quale ognuno fa un discorso commovente, tranne Charlie Brown che non riesce a pronunciare nemmeno una parola e scoppia in lacrime assieme al suo ex-cane. Tutti hanno fatto regalo a Snoopy, ma dentro ogni pacchetto si scoprirà esserci un osso, e così tutti i bambini si preparano a separarsi per sempre dal simpatico beagle.

Dopo questa scena, che riesce ad essere sorprendentemente intensa per il contesto, Snoopy si rimette in cammino verso casa di Lila, anche se il suo umore è a terra; quando arriva al palazzo scopre che fuori dal condominio c’è un cartello “Vietato l’ingresso ai Cani”, così la bambina si deve rassegnare a non poter tenere con sé Snoopy. Si tratta di una perfetta risoluzione di un dilemma che sembrava davvero difficile da risolvere, visto che se Snoopy si fosse rifiutato di sua volontà di non aiutare quella che era stata presentata nella trama come “la bambina malata”, sarebbe apparso come un personaggio negativo; il tutto inoltre reintegra quello che è il divertente tormentone del film, riallacciando così le singole scene e dando alla pellicola un’omogeneità superiore ai prodotti televisivi dei Peanuts, che spesso tradiscono le proprie origini apparendo come un collage di scene e vignette.