Un Bambino di Nome Charlie BrownGrazie al successo ottenuto dai primi sei special animati, i Peanuts si guadagnano l’opportunità del passaggio al grande schermo con Un Bambino di Nome Charlie Brown, realizzato dallo stesso team che ha lavorato in televisione sui personaggi. Come sempre la fonte di riferimento sono le strisce a fumetti di Charles Schulz, da cui provengono molte gag e situazioni presenti nelle scene del film, ma anche la vicenda che occupa il segmento principale del lungometraggio.

Il film inizia presentando la situazione miserabile di Charlie Brown: la sua squadra di baseball non vince mai una partita, il suo cane è convinto di essere un asso della Prima Guerra Mondiale e anche Lucy col suo chiosco psichiatrico ribadisce all’amico i suoi numerosi e ripetuti sbagli.

Per provare a se stesso di riuscire in qualcosa, Charlie Brown segue il consiglio di Linus e accetta di iscriversi a un concorso di spelling organizzato dalla sua scuola; dopo aver studiato faticosamente il dizionario, riesce a vincere la gara scolastica e viene acclamato da tutti i bambini. Charlie Brown vorrebbe godersi la vittoria ma ignora che deve continuare a studiare in vista della gara nazionale di spelling, alla quale deve partecipare; tutti i suoi compagni fanno il tifo per lui (Lucy si è autoproclamata sua agente) e lo salutano mentre è in partenza per New York, dove si svolge la competizione.

Linus per augurare buona fortuna a Charlie Brown decide di prestargli, con un gesto molto generoso seppur riluttante, la sua preziosa coperta azzurra; trascorso soltanto poco tempo sarà però assalito da una spassosa crisi di astinenza e partirà assieme a Snoopy alla volta della Grande Mela per recuperarla. Charlie Brown non ricorda dove ha lasciato la coperta azzurra di Linus, così i tre la cercano in giro per tutta la città; quando rientrano in hotel, persa ormai ogni speranza, si rendono conto che l’agognato oggetto è stato sfruttato da Charlie Brown come straccio per pulirsi le scarpe.

Charlie Brown spellingAlla gara nazionale di spelling, Charlie Brown riesce a battere con tranquillità i suoi avversari, arrivando in finale con un solo altro ragazzo; dopo aver risposto correttamente a diverse parole complesse cade in fallo su “beagle”, la razza di Snoopy, e viene eliminato con sommo disappunto di tutti i bambini che da casa facevano il tifo per lui.

Charlie Brown è disperato e dopo essere tornato a casa non vorrebbe più uscire di casa, per non dover incontrare nessuno; Lucy però gli fa notare che nonostante sia stato sconfitto non c’è stata la fine del mondo, ed effettivamente questo ragionamento risveglia Charlie Brown, che torna a scuola dove si ritrova vittima degli scherzi e delle offese di tutti i suoi compagni.

Un Bambino di Nome Charlie Brown ebbe un incredibile successo di pubblico, interrompendo dopo più di 30 anni il monopolio al box-office del cinema d’animazione detenuto dalla Disney. Oltre agli abituali standard jazz presenti anche negli special televisivi, il compositore Vince Guaraldi per l’occasione creò diverse canzoni inserite nella storia, tra prese in giro e adulazioni di Charlie Brown, fino al brano-tormentone con il quale il protagonista impara lo spelling.

Sono presenti anche alcune sequenze visivamente sperimentali, con immagini che si sovrappongono ed effetti psichedelici che ricordano la pop-art di Andy Warhol; si tratta di momenti che sembrano voler emulare i momenti più surreali di Fantasia, interessanti nella forma anche se inserite in modo poco organico all’interno della vicenda.

Il film ha anche segnato l’ultima performance di Peter Robbins nei panni di Charlie Brown, primo interprete che ha prestato la voce fin dalla sua prima apparizione animata.