È da circa 10 anni che considero Yuko Osada un grande enigma.
Da quando in Italia fu pubblicata per la prima volta la sua miniserie Toto! (uno shonen manga molto liberamente ispirato ai personaggi e alle situazioni de Il Mago di Oz) mi innamorai dello stile dell’autore, ed ero pronto a scommettere su di lui come ideale successore di Akira Toriyama ed Eeichiro Oda; era già dotato della potenzialità per creare una serie longeva dotata di tutte le caratteristiche necessarie a trasformarla in un successo planetario. I suoi disegni trasudano movimento, ogni vignetta è incredibilmente dinamica, e la forte esperienza di Osada nel campo dell’animazione traspare dalle pose dei personaggi e addirittura degli oggetti, che difficilmente vengono percepiti come immobili, pur essendo stati catturati su carta.
Purtroppo però Toto! era solo una miniserie di due volumetti, e quando qualche anno dopo lo stesso autore ne realizza un remake, non arriva oltre il quinto tankobon. Lo stesso succed...