Usagi Yojimbo 150 pagina 1Vi abbiamo già dato la notizia del ritorno del maestro Stan Sakai a Usagi Yojimbo. Il coniglio samurai protagonista di uno dei fumetti underground di maggior successo e longevi di sempre sarà nuovamente presente con un numero inedito, il #145 della numerazione Dark Horse dal mese di maggio; tornerà poi sugli scaffali delle librerie statunitensi con una nuova collection, il terzo volume del materiale edito dalla casa editrice, più un paperback che ripropone alcune delle storie dell’epoca Fantagraphics. Un periodo quindi impegnatissimo per l’autore premio Eisner di origine giapponese, raggiunto dai giornalisti di Comic Book Resources nei giorni precedenti.

Ecco i punti chiave dell’intervista rilasciata da Sakai.

Usagi Yojimbo #145 è il primo episodio di una storia in tre capitoli che vedrà come protagonisti assieme al nostro eroe Kitsune la ladra e Chizu, la ninja a capo del clan Neko. Due alleate di Usagi, due donne dalle personalità opposte che vedremo scontrarsi senza mezzi termini. Non si sono mai incontrate prima, l’unica cosa che le unisce è la comune amicizia col nostro coniglio. Mi sono divertito molto a farle interagire.

La storia riprende esattamente dove avevamo abbandonato Usagi. Dopo questa, che sarà di lungo respiro, ne scriverò un paio autoconclusive e più brevi. Ho già finito altri quattro episodi, quindi ho già pronta una discreta quantità di materiale. Ma c’è comunuqe molto altro che dovete aspettarvi da Usagi.

Usagi Yojimbo 150 pagina 2Sakai ha spiegato che, durante la pausa, non ha ragionato molto sul proseguimento della storia del personaggio, concentrandosi del tutto su 47 Ronin, il fumetto scritto da Mike Richardson a cui ha collaborato, e allo spin-off Usagi Yojimbo: Senso. Due miniserie complesse ed entrambe dal respiro piuttosto epico che gli hanno fatto venire voglia di raccontare delle storie brevi e concise con pochi personagi coinvolti.

Ho voglia di atmosfere un po’ più raccolte, di tornare a soggetti basati sulla storia e sulla cultura giapponese, su singoli aspetti della tradizione attorno a cui costruire la vicenda. Almeno per i prossimi numeri andrà così, poi tornerò a sviluppare una saga più grande e strutturata. Sono due stili che ho sempre amato alternare e intrecciare. Storie brevi per rilassarmi e dare ai nuovi lettori delle finestre di entrata nella vicenda e saghe per sviluppare i personaggi.

So di avervi promesso il racconto del matrimonio di Tomoe [una samurai tra le principali alleate di Usagi, n.d.r.], ma sto ancora facendo ricerche sulle cerimonie dell’epoca. Un’altra storia lunga che ho in mente ha per titolo: Tengu Wars. Parlerà degli spiriti alati della cultura nipponica, ma ancora non so di preciso dove andrà a parare. Usare gli elementi del soprannaturale e del folklore della mia terra di origine mi ha sempre affascinato.

Usagi Yojimbo 150 pagina 3Sakai ha parlato del suo metodo creativo, del fatto che le storie gli saltano fuori dalla penna come dalla matita. Tutto può partire da un’idea di narrazione come pure da un semplice schizzo buttato su un foglio. Ironicamente, ha detto, l’incentivo e l’ispirazione più efficaci sono sempre le scadenze. Un senso del tempo che invece manca completamente all’interno della narrazione.

Non mi preoccupo molto del tempo che passa in Usagi, per lo meno non in modo preciso. Certo, le cose cambiano, lui cresce, invecchia e altrettanto fanno suo figlio e i comprimari. Ma non mi interessa tanto tenere traccia delle date e degli anni che passano. Alcuni fan ci hanno lavorato sopra tempo fa, partendo dagli indizi che spargo nelle pagine in modo quasi inconsapevole, ma per me l’importante è ricordare qual è l’epoca di riferimento e tenere presente che le storie si svolgono più o meno nel 1610. Il resto è molto sospeso.

Nell’intervista si è anche parlato di quanti e quali personaggi siano basati su persone realmente esistite o addirittura esistenti. Se Usagi Miyamoto è chiaramente ispirato alla figura dello storico e famosissimo spadaccino Musashi Miyamoto, eroe nazionale giapponese, altri comprimari hanno un’origine simile.

Si tratta solo di ispirazione, sia dai personaggi storici del Giappone che dalla cultura pop. Ho citato lo spadaccino cieco Zatoichi con il mio Zato-Ino, così come il protagonista di Lone Wolf and Cub in una mia vecchia storia, come omaggio a uno dei manga più famosi e apprezzati di sempre.

Usagi Yojimbo 150 pagina 4La realtà mi ispira ancor di più per quanto riguarda i fondali e gli ambienti. Adoro disegnare paesaggi ed edifici, soprattutto quando ho l’occasione di visitare l’Europa. L’architettura è così differente, soprattutto quella più antica che puoi ammirare in Francia o in Spagna. In Giappone adoro gli edifici storici e ovviamente faccio moltissime ricerche, anche sui metodi di costruzione e sull’aspetto e la decorazione degli interni. Ma bisogna stare sempre attenti: troppa ricerca e documentazione rischia di appesantire le storie.

Grasscutter, ad esempio, uno dei miei cicli più lunghi e apprezzati, ha richiesto cinque anni di letture. Dalla religione all’arte, dalla tradizione alla storia, è stato il mio sforzo più grande in questo senso. Aver inserito le note che spiegavano singoli elementi della cultura giapponese o della mitologia è stato molto apprezzato dai lettori, quindi cercherò di farlo il più possibile anche nelle nuove storie. I fan mi scrivevano lettere di ringraziamenti in cui mi dicevano di essersi interessati all’argomento proprio grazie a Usagi. Renderlo anche un’occasione divulgativa ed educativa è diventato un piacere.

Usagi non è una serie progettata sul lunghissimo termine, ha detto Sakai. Procede per idee singole, pianificazione dei singoli cicli che servono a porre dei punti fermi e delle basi per i seguenti, e a riannodare le storyline più importanti. Ma non c’è una precisa direzione a lungo termine, un’idea troppo rigida di evoluzione del personaggio di Usagi.

Può sembrare un metodo pericoloso, ma ha funzionato per trent’anni di vita del personaggio e di carriera di uno tra i grandi gentleman e talenti del fumetto americano indipendente. Che ora, finalmente, sta tornando a raccontarci le storie di un personaggio che amiamo molto. Non vediamo l’ora.

 

 

Fonte: Comic Book Resources