STAR WARS: CHEWBACCA

Miniserie di 4 numeri

Data di pubblicazione: 2000

Autore: Darko Macan

Disegnatori: Vari

Colori: Vari

Copertine: Sean Phillips

“Alas, poor Chewie, I knew him well…”

Copertina di Chewbacca 3

Copertina di Chewbacca 3

Cominciamo con le cattive notizie. Chewbacca è morto. O meglio sarebbe morto, ormai più di una decina di anni fa, “assassinato” dal romanziere R. A. Salvatore nel romanzo Vector Prime. All’epoca la narrativa di Star Wars aveva bisogno di riscuotersi da un ciclo stagnante di romanzi rimasti incagliati nello stesso schema generale, vale a dire quello del gerarca Imperiale di turno che tentava di mettere i bastoni tra le ruote alla Nuova Repubblica, tentava di restaurare l’Impero e falliva grazie all’intervento dei soliti eroi.

Per dare uno scossone all’universo post-Jedi e voltare pagina in modo significativo partiva il ciclo di The New Jedi Order, una lunghissima collana di quasi trenta romanzi che descriveva la guerra della galassia contro un popolo di letali invasori alieni, gli Yuuzhan Vong. E per far capire che stavolta si faceva sul serio e “nessuno era al sicuro”, nel romanzo d’esordio era il nostro wookiee preferito a restare ucciso, nell’eroico tentativo di coprire la fuga di un gruppo di esuli e proteggerli dalla furia dei Vong.

Quello, tuttavia, era territorio dei romanzi. Alla Dark Horse non era concesso di inserirsi più di tanto nella trama essenziale di The New Jedi Order. La notizia della morte di Chewbacca tuttavia ebbe una discreta risonanza, e la casa editrice dell’Oregon decise di cavalcare l’evento dedicando all’eroico wookiee una serie “postuma” che fungesse da elegia.

Già dall’intento quindi si capisce che Chewbacca è una serie anomala. La cornice della trama vede i due inseparabili droidi, R2-D2 e C-3PO, effettuare una serie di interviste a coloro che conoscevano meglio Chewie, da consegnare agli annali dell’Alleanza per onorare l’eroe. In questa sorta di “Decameron” stellare, ognuno degli intervistati racconta una storia più breve o un aneddoto relativo a Chewbacca, partendo dai personaggi minori come un vecchio rivale trandoshano, Wedge Antilles e la sua famiglia wookiee di Kashyyyk, fino a concludersi con i compagni di avventura di sempre, Luke Skywalker, Leia Organa e Han Solo.

Copertina di Chewbacca 4

Copertina di Chewbacca 4

Tematicamente, la miniserie può essere ripartita in due metà distinte: la prima metà, quella dedicata alle interviste “minori”, mette il wookiee al centro della scena e racconta eventi più o meno gustosi e divertenti incentrati sulla figura di Chewbacca vera e propria, incentrati generalmente su temi d’azione e d’avventura, ed esaltando sia la potenza fisica che l’incrollabile senso dell’onore del wookiee.

La seconda parte è quella molto più interessante ma anche più inquietante, in cui gli intervistati prendono il sopravvento sull’eroe defunto da commemorare, e ognuno a modo suo rivela un “lato oscuro” inaspettato e triste a vedersi, mostrando di essere rimasto segnato nel profondo dall’evento. La testimonianza di Luke Skywalker è quella che più da vicino di chiunque altro racconta gli ultimi momenti e la morte di Chewie, facendocela vivere quasi in diretta, a cui segue un’accorata e disarmante dichiarazione di impotenza del neo-maestro Jedi, che pur essendo presente sulla scena non è riuscito a impedire la tragedia, e ci regala uno Skywalker roso dai dubbi, dal senso di inadeguatezza e dal fallimento, dimensioni pressoché inedite per il personaggio, almeno nella sua veste di neo-maestro Jedi pressoché infallibile. Ma questo è anche nulla in confronto alla testimonianza di Leia Organa, che lascia i due droidi pressoché atterriti cedendo a una vera e propria crisi di nervi durante l’intervista e confessando che una parte di lei è felice che il wookiee non ci sia più, perché fino ad ora aveva sempre dovuto dividere Han Solo con lui, ed era terrorizzata dall’idea di rimanere sola. Finale col botto anche con l’intervista di Han Solo, che ufficialmente racconta di come una volta Chewie salvò i suoi figli, ma esce di scena in modo crepuscolare e malinconico, continuando a rivolgersi a lui come se fosse ancora seduto al posto di copilota del Falcon e non capacitandosi del fatto che il compagno di mille avventure non ci sia più.

Insomma, atmosfere plumbee e lati inaspettati degli eroi per una storia che all’epoca voleva essere un punto di svolta. Vale la pena di specificare che tutto questo ormai sta per diventare un puro esercizio accademico, visto che gli eventi narrativi della vecchia continuity sono stati invalidati dall’annuncio della realizzazione dell’Episodio VII, e anzi ci sono buone speranze che il vecchio Chewie, anche se con qualche pelo bianco in più nella pelliccia, torni sul grande schermo. Tuttavia vale la pena di tenere presente Chewbacca come ottimo esempio di una miniserie quasi intimista, ma profonda, a tratti inquietante e molto adulta che ci mostra per un istante gli individui fragili che si nascondono dietro la facciata degli eroi galattici.

 

Lato Chiaro

Sceneggiatura e personaggi maturi e profondi, anche se l’atmosfera luttuosa incombe su tutto e il lato oscuro degli eroi viene sviscerato fin troppo a fondo. Chi ama lo Star Wars più adulto è accontentato!

Lato Oscuro

Pochissimi i momenti esaltanti, euforici o divertenti: anche il racconto delle imprese epiche passate di Chewie assume un retrogusto amaro nella luce della sua dipartita. Non è una storia destinata a lasciare un buon sapore in bocca.

Giudizio finale

Accettata la natura luttuosa e le atmosfere tristi intrinseche al progetto, Chewbacca si dimostra un ottimo prodotto. Non solo regala vari momenti di giusta fama al wookiee che tutti conosciamo, ma ci mostra anche aspetti vulnerabili e umani del resto dei personaggi che non eravamo abituati a vedere. Una serie da tenere presente come punto di riferimento per chi voglia cimentarsi in situazioni simili in futuro.

 

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione