Batgirl e Gwen Stacy by Sara Pichelli

Le “vecchie ferite” di Batgirl e Gwen Stacy secondo Sara Pichelli

È la star del momento, forse l’elemento più memorabile che emergerà dalla storyline di Spider-Verse: Gwen Stacy, la Donna Ragno di un universo alternativo, ha lasciato il segno nel cuore dei lettori al punto di meritarsi una sua serie personale: Spider-Gwen. Tutta “colpa” dell’autore Jason Latour e del disegnatore Robbi Rodriguez che ne hanno definito storia e look vincente. I due hanno colto l’occasione per parlare del personaggio al NYCC e per regalarci qualche retroscena sulla sua creazione e sul suo futuro. Ecco i punti salienti dell’intervista:

L’idea di Spider-Verse ci permetteva praticamente di creare qualsiasi personaggio volessimo, e la mia reazione iniziale, essendo un nerd della vecchia scuola, fu che Gwen Stacy non si tocca. Gwen rimane morta. Però, dopo l’esperienza del Winter Soldier… ho iniziato a ripensarci. Ci ho dormito su una notte, e il giorno dopo ho chiamato l’editor Nick Lowe e gli ho detto: voglio quel personaggio, Gwen Stacy. Ho un’idea per lei. E se faremo una serie su Gwen Stacy, voglio lavorare con Robbi.

Gwen esce da una gigantesca guerra tra supereroi, ha combattuto al fianco dei vari Spider-Men e Spider-Women per la salvezza del Multiverso, o quello che è. E credo che sarà questo a definirla quando sarà reduce da quello scontro: in che modo quell’evento la spinge ad essere una Spider-Woman migliore? E come può riuscirci in un mondo dove viene costantemente definita dalle altre persone?

Vedremo molti volti familiari in ruoli inaspettati. Uno dei più ovvi è la versione malvagia di Matt Murdock che può sembrare una scelta semplice, ma mi diverto molto al pensiero di dove possiamo portare quel personaggio, perché ho adorato Rinascita e il Daredevil di Ann Nocenti. Mi piace l’idea di un Matt Murdock che abbracci gli aspetti più oscuri di se stesso.

Per me, Gwen Stacy non ha mai avuto una storia. Quando io ho cominciato a seguire Spider-Man, era già stata sostituita da Mary Jane. Ma se fai un passo indietro e guardi al fumetto come a qualcosa di culturale, sembra che Emma Stone e la ricomparsa di Gwen in altri media abbia consentito alla gente di ripristinare un legame con lei. E ho pensato che dovevamo al lettore un momento catartico, uno solo, fosse anche soltanto per un numero, in cui il personaggio dimostrava di avere potere, di liberarsi dai confini della tavola, di avere una vita sua. Come tutti i fumetti di supereroi, doveva essere un personaggio in grado di sfidare e vincere la morte. Si meritava quel momento.

 

Fonte: CBR