Jack KirbyLe saghe a fumetti Marvel ci hanno abituati alla natura seriale per eccellenza delle trame: quando una battaglia o una storia sembrano concludersi con una risoluzione definitiva, ci aspettiamo tutti che il cattivo non sia realmente morto e sappiamo bene che ci saranno presto sviluppi inaspettati di qualche tipo, così da lanciare la saga successiva. Così, quando la settimana scorsa è stato dato il grande annuncio della risoluzione della disputa tra la Marvel e gli eredi di Kirby, chi ha il fumetto nel sangue si sarà chiesto se quella in ultima pagina potesse essere considerata veramente la parola “Fine” o se un… Guerre Segrete II non incombesse all’orizzonte.

Puntuale arriva oggi l’annuncio di un sequel, in quanto il mondo legale americano si interroga sulle possibili ripercussioni e retroscena dell’accorto Marvel/Kirby. Tutto ruota attorno ai meccanismi che consentono o meno il rinnovo dei copyright relativi a certe opere, più facile nel caso di un contributor indipendente, e impossibile qualora l’opera da lui realizzata sia stata effettuata su ingaggio, oggetto centrale della contesa del caso Kirby; questo perché la natura del lavoro su ingaggio o meno, specialmente nel caso di lavori svolti molti anni fa, può essere oggi assai sfuggente da determinare. Alla fine, la Marvel e Kirby sono giunti a un accordo prima di arrivare allo scontro finale, ma la questione di definire con precisione cosa si intenda per “opera su ingaggio” resta in sospeso.

Su questo argomento dovrà in futuro esprimersi la Corte Suprema, e la sua sarà una delibera di portata perfino maggiore del già epocale caso Kirby: in base a cosa deciderà la Corte Suprema, le ripercussioni potrebbero essere assai serie non solo per la disputa Marvel/Kirby, ma per buona parte dell’industria dell’intrattenimento e dei diritti d’autore: non è un caso che anche gli occhi di Hollywood e dell’ufficio dei Brevetti e dei Marchi Registrati d’America segua con attenzione gli sviluppi della vicenda e che il legale della famiglia Kirby, Marc Toberoff, abbia dichiarato: “è solo questione di tempo prima che un altro caso analogo al nostro si presenti”.

Dice la sua anche un vecchio lupo di mare del fumetto americano come Kurt Busiek, secondo cui l’accordo cercato dalla Marvel con i Kirby è dovuto al fatto che se si fosse arrivati a coinvolgere la Corte Suprema già in questo caso, avrebbe visto affermati i diritti di questi ultimi e che se mai la Corte Suprema si esprimerà sulla materia generale in futuro, sarà per ridefinire il concetto di “work for hire” secondo parametri più precisi e a tutela dei creatori, onde evitare il caos nell’intero mondo dell’intrattenimento. Quindi meglio sostituire la parola “Fine” in ultima pagina con un più tradizionale “Continua…”

 

Fonte: CBR