Qualche giorno fa vi abbiamo dato la notizia di una nuova serie di Kriminal in preparazione per Mondadori con un team “kreativo” ancora top secret (seguiteci domani a Lucca Comics per una grossa sorpresa). Dietro quest’ultimo aspetto però, abbiamo scoperto che si nasconde un vero e proprio giallo, per rimanere in tema (o meglio in colore) con il protagonista del fumetto.

Il progetto, abbiamo saputo, era stato inizialmente affidato a Daniele Brolli e Riccardo Secchi (il figlio di Luciano Secchi, alias Max Bunker, creatore del personaggio insieme a Roberto Raviola, alias Magnus), ma quest’ipotesi tramontata per motivi non ben chiari. Abbiamo contattato gli autori per avere qualche chiarimento, una conferma oppure una smentita al riguardo ed è nata un’interessante intervista. Buona lettura.

 

Ciao Daniele, ciao Riccardo. Grazie da parte di tutta la redazione di BadComics.it per la vostra disponibilità. Partiamo subito dalla prima essenziale conferma o smentita. È vero che il rilancio di Kriminal con storie inedite, recentemente annunciato per Lucca da Mondadori, fu inizialmente affidato a voi? 

Il nuovo Kriminal

Il nuovo Kriminal

Riccardo: Sì, è vero.

Come nacque questo progetto?

Riccardo: In realtà erano diversi anni che dicevo a mio padre (Max Bunker) che Kriminal era un personaggio che avrebbe avuto, adeguatamente attualizzato, grosse potenzialità anche oggi. Ne parlavo da tempo anche a Daniele e insieme, a tempo perso, avevamo abbozzato un possibile scenario in cui collocarlo. Questo per pura passione circa il personaggio.

E il contatto con Mondadori Comics come avvenne?

Riccardo: Acquisiti i diritti di produzione sul personaggio, Mondadori Comics valutava progetti, mio padre ci mise in contatto e noi proponemmo un progetto vero e proprio articolato in dodici numeri, una sorta di saga.

Il progetto piacque?

Riccardo: Sì, il progetto piacque molto e ci mettemmo subito al lavoro per la realizzazione dello storyline dettagliato e per cercare i disegnatori adatti, cosa in cui Daniele è particolarmente dotato.

Potete rivelarci perché è tramontato ed è stato affidato ad altri autori?

Kriminal 1: Il Re del Delitto (Editoriale Corno, 1964)

Kriminal 1: Il Re del Delitto (Editoriale Corno, 1964)

Riccardo: I problemi sono nati sui modi e i tempi di produzione di un fumetto in quanto tale. Le posizioni erano inconciliabili e ci siamo tolti dal progetto, anche se è probabilmente più corretto dire che siamo stati costretti a toglierci. Lavoro da tempo con i massimi editori del settore, ho avute diverse esperienze lavorative con produzioni cinetelvisive di vario tipo, sia come autore che come editor, ma non mi era mai capitato di dover abbandonare un progetto.
Daniele: Be’, diciamo che, lavorando da tanti anni con Mondadori, la situazione è stata un po’ assurda. Improvvisamente ci veniva richiesto di sostituirci alla redazione nel garantire le scadenze di consegna dei disegnatori e dei coloristi e in tutte quelle trafile redazionali che non appartengono al lavoro creativo. Diciamo che da un lavoro di curatela, di editing sulla qualità, si era passati ipso facto a un lavoro che appartiene alla redazione. Tra l’altro questa responsabilità imprevista, che in termini di tempo è a tutti gli effetti un lavoro, veniva appunto passata in silenzio sotto un’altra voce, e quindi diventava gratuita. Malgrado la nostra disponibilità a fare di tutto per il rispetto delle scadenze dei disegnatori, senza assumercene la responsabilità dato che ovviamente questa può appartenere solo all’editore, c’è stato un irrigidimento del responsabile Mondadori. Torno a dire che in tanti anni che lavoro con Mondadori non ho mai incontrato un caso del genere, in cui ti appioppano un’incombenza che non è tua. Non so da dove nascesse l’iniziativa perché l’azienda è molto scrupolosa su questo punto.

Che taglio avevate pensato per l’occasione? Una collana seriale come fu l’originale o una formula più moderna come i cicli brevi o i graphic novel?

Kriminal: Ritorno dalla zona buia (Max Bunker Press, 2004)

Kriminal: Ritorno dalla zona buia (Max Bunker Press, 2004)

Daniele: Pensavamo a una serie di stagioni sul tipo di quelle delle serie TV, ma ovviamente rapportate al fumetto. Molta chiarezza, ma con un cliffhanger naturale, non forzato, a ogni numero. Qualcosa di totalmente nuovo nel panorama del fumetto italiano. Lo storyline era finito. Otto mesi di lavoro fitto, quasi quotidiano…

Pensate che Mondadori abbia mantenuto questa stessa formula iniziale anche con il lavoro affidatoi ai nuovi autori?

Riccardo: Non ne ho la minima idea.
Daniele: Questa domanda devi farla a chi ha preso in mano il progetto ora.

Cosa ritenete renda accattivante nel terzo millennio la perfida creatura di Max Bunker e Magnus?

Riccardo: Certamente la capacità di raccontare le trasformazioni del contemporaneo, cosa che faceva in modo molto critico e incisivo negli anni ’60. E questo rimanendo sempre ‘popolare’, nel senso etimologico del termine. Avrebbe potuto riempire uno slot libero nell’attuale produzione fumettistica italiana in un contesto, come quello che viviamo, di trasformazione culturale, sociale e di valori che è probabilmente anche più radicale di quello degli anni ’60. Sarebbe stata una bella sfida.
Daniele: Gli elementi che avevamo inserito sono contemporanei, di forte attualità, senza per questo forzare la mano, il taglio narrativo e di coinvolgimento del lettore è stato sempre primario. Le svolte narrative, l’evolversi dei personaggi, la forza degli scenari dovevano colpire noi per primi. Solo con un’onestà di questo tipo, con questa volontà di condividere con il lettore la scoperta di una storia si può sperare di fare qualcosa di coinvolgente. Non era certo una storia scritta tanto per scrivere. Ed è una storia con dei personaggi che forse riporteremo in luce nel prossimo futuro.

I Classici del Fumetto di Repubblica Kriminal: (Serie Oro, 2005)

I Classici del Fumetto di Repubblica: Kriminal (Serie Oro, 2005)

Cos’avevate mantenuto del soggetto classico e cosa invece avete pensato per un restyling che lo rendesse fruibile alle nuove generazioni?

Riccardo: Avevamo mantenuto il personaggio originale di Logan con tutta la sua ribellione, l’antagonismo e la rivalsa nei confronti del mondo. La struttura del racconto era comunque complessa, corale, seguivamo contemporaneamente le vicende di cinque personaggi. Il macroriferimento strutturale potevano essere serie TV come Sopranos o The Wire.
Daniele: La cosa interessante è che i riferimenti credo non emergessero, questo rende la nostra storia unica. Ci potrei mettere anche Person of Interest o V for Vendetta nell’osservare gli sviluppi del racconto, ma non ci sono né omaggi né citazioni. E poi c’era un recupero delle vecchie atmosfere del personaggio, riportate in transizione al contemporaneo, per accogliere i vecchi lettori nella nuova storyline. Ci eravamo preoccupati di creare un qualcosa di nuovo, che fosse di presa ma che parlasse anche del mondo che ci circonda e delle trasformazioni in atto. Magari sarebbe stato un fallimento, ma sarebbero stati i lettori a giudicarlo.

Ci sarà l’occasione prima o poi di poter leggere anche rielaborate o rivisitate per un altro contesto, le tavole che avete realizzato in quest’occasione?

Daniele: Ci stiamo pensando. Del resto nessuno ha comprato lo storyline, ed è pieno di personaggi che riteniamo possano lasciare il segno.

Avete altri progetti su cui state lavorando attualmente e di cui potete darci qualche anticipazione?

Riccardo: Mi viene da essere scaramantico…
Daniele: In effetti, visto il successo del nostro progetto di Kriminal, forse è meglio stare zitti ancora una volta…

Nel ringraziare per la disponibilità e la franchezza Daniele Brolli e Riccardo Secchi, restiamo in attesa di sviluppi e vi segnaleremo quanto prima eventuali repliche dell’editore.