Per il secondo numero di Rat-Man Collection, Leo Ortolani realizza un’altra storia potendo sfruttare una guest star proveniente dall’universo Marvel; dopo aver sfruttato il personaggio più celebre della casa editrice americana in Legami di Sangue!, l’autore decide di assecondare i suoi gusti personale e affianca allo sfortunato supereroe il suo villain preferito, il Dottor Destino.
La trama non propone però un combattimento tra i due, come ci si potrebbe aspettare, ma affianca i due personaggi così da contrapporre alla figura maestosa e tragica di Victor Von Doom un imbecille come Rat-Man, così da ottenere un effetto comico garantito. Il contesto è un’ideale riscrittura delle origini della nemesi dei fantastici Quattro, che Ortolani costruisce sui vaghi elementi conosciuti del passato del personaggio, ovviamente stravolgendolo in chiave comica; ad esempio il quadro della madre di Destino, oggetto di venerazione da parte del figlio, è l’occasione per rivelare una seconda identità della donna decisamente piccante col nome d’arte di Susi Gorgoglio…

Immutabile DestinoSono però i pochi ricordi di Von Doom sul suo periodo di studio in un antico monastero tibetano ad ispirare l’ambientazione de L’Immutabile Destino!: Rat-Man infatti intraprende un percorso per incrementare le proprie forze così da poter combattere al meglio la malvagità nel mondo, ma il suo atteggiamento porterà scompiglio tra i monaci. Chi sperimenterà sulla propria pelle quanto l’eroe in calzamaglia gialla sia irritante è proprio Destino, a cui viene assegnato il ruolo di tutore di Rat-Man; fatica però a sopportarlo, arrivando poi a scoppiare in scatti d’ira che per il regolamento del monastero vengono puniti ricoprendo gradualmente tutto il suo corpo con un’armatura, all’urlo di “Metallo! Metallo!”.
Nella ristampa su Rat-Man Gigante, pur essendo mantenuto il nome del personaggio e i riferimenti al suo passato, per non avere problemi di copyright Ortolani ha modificato la maschera di Destino, sostituendola con l’immagine dell’idolo rappresentato nella fornace all’interno del monastero, lo stesso che era apparso anche nella serie Fantastici Quattro.