Pur sotto forma di indizi sibillini, il PkTeam nei redazionali fa capire ai lettori che questo albo sarà il penultimo numero di PK2; si parla di un nuovo inizio, si intuisce che sono previsti il ritorno di Uno, degli evroniani, dei viaggi nel tempo… ma le aspettative dei Pkers dovranno ridimensionarsi, visto che un paio di mesi dopo non arriverà in edicola un ideale “PK3”, ma un vero e proprio reboot che non avrebbe tenuto conto di tutta la continuity costruita fino a quel momento, comprese le origini di Paperinik a Villa Rosa.
La decisione di interrompere la saga di PK2 viene presa in modo improvviso e lascia poco tempo agli autori per cercare di chiudere in modo dignitoso la saga, rendendo necessaria una brusca virata che in questo numero si percepisce abbastanza nettamente, facendo trasparire una frettolosa volontà di dare un finale a tutte le sottotrame. Il risultato sono alcuni passaggi poco credibili; in particolare in questo numero risulta abbastanza spiazzante vedere improvvisamente Rupert capo della sorveglianza in prova del Duckmall Center (con un mese d’anticipo rispetto al previsto annuncio di Mortimer Bloom) e Stella Nice completamente cotta di lui.

A parte la breve parentesi su Rupert, Nel Fuoco è interamente dedicato a Korinna e Juniper, in una storia finalizzata a ricongiungere le due sorelle prima dello scontro finale. Korinna torna a minacciare la città e le imprese del padre, ordendo un piano che le permette di danneggiare le sue proprietà e rovinare la sua immagine agli occhi dei paperopolesi: dopo aver rubato un macchinario dai laboratori Ducklair, la giovane coroniana scatena incendi in svariati edifici, ultimo dei quali la Ducklair Manor che Everett aveva da poco donato a Juniper nel tentativo di comprare l’affetto della figlia.
Nel fare questo Korinna può contare sul supporto di Birgit Q e il vice-presidente delle industrie Ducklair, Gordon Bekko (versione disneyana del Gordon Gekko di Wall Street); i due sfruttano le proprie conoscenza dell’azienda per fornire a Korinna ciò di cui ha bisogno (probabilmente ignorando la sua identità) e permettendole così di boicottare Everett, soddisfacendo così anche il loro desiderio di vendetta nei confronti del miliardario.
Vediamo inoltre il confronto definitivo tra Birgit Q e Anymore Boring, tra i loro caratteri opposti e le corrispondenti posizioni nei confronti dell’atteggiamento di Everett: una dei dialoghi più avvincenti della sceneggiatura di Augusto Macchetto, ben scritta anche se evidentemente minata da alcune modifiche fatte in corso d’opera in vista del finale di PK2. Buoni anche i disegni di Graziano Barbaro, che nonostante un Everett Ducklair quasi bambinesco si fanno perdonare grazie alle suggestive scene d’incendio, con tavole infuocate di grande impatto.
Nonostante il ruolo di secondo piano, Paperinik riesce a distruggere l’ordigno distruttivo usato da Korinna, mentre Fangus ottiene nuove motivazioni per scagliarsi contro il miliardario… ma la minaccia più grande per Everett sono le due figlie, Korinna e Juniper, finalmente insieme, che tramano alle sue spalle sedute tra le ceneri della Ducklair Manor. Una scena inquietante che fa sperare per il meglio, per il gran finale.