Todd McFarlane in esclusiva per CBR TV e in occasione dell’ultimo San Diego Comic Con, ha parlato di Spawn e del ritorno del suo protagonista originale, Al Simmons, che esordì ventidue anni fa per la Image; ha inoltre detto la sua sul mercato dei comics odierno, riguardo la “moda” dei rilanci delle testate e del fenomeno legato ai film e alle pellicole tratte dai fumetti.
Ecco di seguito un corposo estratto dell’intervista a un’icona del mondo del fumetto americano, che non ha risparmiato la solita verve e ironia. Buona lettura.

Todd McFarlane on CBR TV

Todd McFarlane on CBR TV

La prima curiosità riguarda il possibile rilancio di Spawn con tanto di riazzeramento della numerazione, un evento oggi piuttosto usuale in casa Marvel e DC Comics. Ed ecco la risposta di McFarlane:

È stato un consiglio che ho ricevuto da parecchie persone del settore di cui mi fido: “Fallo e basta”. Ma penso sia una cosa piuttosto banale da mettere in atto e non ci sono dati storici alla mano che dimostrino il contrario, ossia che se lo fai, venderai di più e continuerai a farlo. Potrei portarti centinaia di prove che dicono l’opposto. Ecco, più o meno, cosa è successo là fuori: ottieni un primo incremento delle vendite e poi una lieve ma reale perdita; in 5, 8, 10 uscite, finisci sotto le cifre da cui eri prima del rilancio ed è un peccato gettare al vento tutti quei numeri.

In seconda battuta, dal mio punto di vista da vecchia scuola dei comics, se Marvel e DC vogliono rinumerare tutte le loro testate, e Dio le benedica se lo fanno, ciò significherà per me andarmene in giro a dire anche durante un semplice cocktail party: “la mia serie è quella con la numerazione più alta di tutto il paese”. Non è cosa da poco. E poi per dirne un’altra, e forse sembrerò un po’ troppo paternalista, i fumetti Image sono in circolazione da più di vent’anni e abbiamo tutte queste opere di giovani emergenti. Se riazzero le mie testate rischio di finire confuso in quella tipologia. La Image avrà sempre un sacco di fumetti con bassa numerazione, perché così vuole il mercato, la gente vuole fare miniserie e così sia. Abbiamo una manciata di titoli come The Walking Dead, Invincible, Witchblade, Savage Dragon e Spawn di cui possono dire: “Guarda, ecco alcuni dei pilastri. Quelli sono parte di ciò che ha contribuito a realizzare questo”. Penso esista un principio per me, un valore intellettuale che recita: “No no no, non smetterò di darci dentro”.

E sul ritorno di Al Simmons in Spawn:

Spawn 247

Spawn 247

Dopo 185 numeri la serie stava un po’ afflosciandosi e mi dissi: “OK, è ora di passare il testimone per un certo tempo”. Non lo passai a un bianco [come Jim Downing] per qualche ragione sociale, economica o altro, stavo solo cercando una continuità. Nel numero #3, quando [Al] cercò per la prima volta di trasformarsi in un’altra persona, divenne quel surfista con i capelli biondi e così ho pensato: “Beh, usiamo lo stesso personaggio così potrò dire, da guru della continuity, è una figura in auge da 185 numeri.”
Fin dal giorno in cui Al Simmons se ne andò, i fan si sono fatti sentire per riaverlo. Volevo che ci fosse una pausa di tempo sufficiente e sono passati cinque anni. Non sono stati tipo 8 numeri, come fa qualcuno, e poi ti restituisco il personaggio. L’unico e più grande cambiamento che ci sarà è che dopo 185 albi in cui Al Simmons ha detto: “Lasciatemi solo, lasciatemi fare ciò che devo”, ora è divenuto più maturo, più saggio, come tutti noi lo siamo. Al è tornato, sarà l’aggressore, e potrà dire: “Questo è quanto è successo per 180 numeri: voi gente mi avete dato la caccia senza pietà. Ora tocca a me”. Questo sarà il punto di partenza.

Ecco invece il pensiero dell’autore a proposito dei film e delle serie TV tratti da fumetti:

Avere 8 serie TV non è molto diverso da avere 8 serie di comics. La gente inizierà a seguire i suoi preferiti e poi alla fine si dovrebbe giungere all’opinione più diffusa, ossia: “No, quelli sono i due validi, quegli altri due probabilmente verranno cancellati”. Più o meno andrebbe a finire così. Il grosso timore per tipi come voi e come me, è che il resto del mondo sta iniziando a buttare tutti nello stesso pentolone. Così se tre sono eccellenti, fantastici e ce ne sono un paio nel mezzo che valgono nulla e vengono scartati, il pubblico dirà: “Le serie televisive sui supereroi non funzionano più. Oh, non ne posso più di supereroi”. E getteranno via il bimbo con l’acqua sporca. Le storie di supereroi sono un genere come un altro, come il Western, le commedie romantiche. Ci sono versioni che meritano e altre da dimenticare e sarà sempre così, in TV, nei film e sui fumetti.

McFarlane ha concluso l’intervista, esprimendo la sua opinione sull’industria del fumetto statunitense oggi e sulla sua Image:

Io sarò di parte e quindi è un’esaltazione personale, ma la Image Comics spacca. Siamo stabilmente la terza azienda del settore e abbiamo tutte le carte in regola per continuare ad esserlo. Sono davvero sorpreso di quanto poca sia la distanza che ci separa da Marvel e DC. Una ha alle spalle la Disney, l’altra la Time Warner, quelle sono delle superpotenze. Abbiamo questa generazione di giovincelli che si sta affermando ora, che sta dedicando tutto il suo tempo presso le Due Aziendone ma sta pian piano passando all’Image, parte di ciò che faremo qui mentre andremo avanti, sarà iniziare a scandire bene come funzionano quei contratti. C’è molta disinformazione e falsità su come funzioni il nostro modello di impresa, che è il migliore per ciò che riguarda l’intrattenimento… Il passo successivo di tutto ciò sarà… sapere che un domani io potrei sparire, Spawn potrebbe sparire, ma la Image Comics sarà viva più che mai. All’inizio la Image ebbe i propri alti e bassi dovuti a ciò che stavano facendo i suoi fondatori. Ora non è più così. La prossima generazione non dovrà preoccuparsi di ciò che mamma e papà stavano facendo; vivetevi la vita come vi pare. La Image Comics sta andando davvero alla grande.

 

 

Fonte: Comicbookresources