STAR WARS: RIVER OF CHAOS

Miniserie di 4 numeri mensili

Data di pubblicazione: 1995

Autore: Louise Simonson

Disegnatore: June Brigman

Colori: Davod Nestelle

Copertine: June Brigman e Roy Richardson

Da dove salta fuori River of Chaos? È una domanda che si sono posti in molti all’epoca della pubblicazione di questa serie (1995), incastrata quasi di soppiatto tra le produzioni più grandi e pubblicizzate e sviluppata in sordina, un po’ come avvenne per la precedente serie di Jabba the Hutt. Se però la serie di Jabba riusciva a ritagliarsi un angolino come serie cult giocando in modo arguto e originale sui tanti stereotipi che circondavano la figura del signore del crimine, River of Chaos fatica a trovare una sua identità, e quando la trova fatica ad affermarla fino in fondo.

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Ma procediamo con ordine: stavolta siamo in epoca “classica”, negli anni della Ribellione, subito dopo la distruzione della prima Morte Nera, e quindi negli anni d’oro del conflitto tra Alleanza Ribelle e Impero. La storia di River of Chaos è in essenza la storia di un pianeta, M’Haeli, sballottato tra lealtà conflittuali, il desiderio di rimanere al di fuori della guerra civile galattica e la necessità invece di scegliere uno schieramento. È anche la storia di due giovani protagonisti, Ranulf e Mora, il primo un promettente ufficiale al servizio dell’Impero e la seconda un’umana adottata dagli alieni filoribelli del pianeta. E nel momento in cui forniamo queste coordinate qualcuno avrà già capito dove si vuole andare a parare. Già, proprio così: i due giovani appartenenti a schieramenti avversi ma che trovano il modo di amarsi a dispetto delle pressioni esercitate dalle rispettive fazioni… l’autrice Louise Simonson e la disegnatrice June Brigman vogliono proporci la loro personale versione di Romeo e Giulietta in versione starwarsiana. E fin qui niente di male, in quanto Star Wars gioca spesso con gli archetipi mitici e letterari più ricorrenti, e uno scenario come quello della guerra civile galattica sembrerebbe fatto apposta per ospitare le vicende di due amanti “divisi da un ampio fiume”, come direbbe il Bardo, citazione a cui forse allude anche il titolo della serie, sebbene il Fiume del Caos sia ufficialmente il flusso temporale che gli alieni di M’Haeli contemplano nel corso delle loro meditazioni e che il progressivo coinvolgimento di Ranulf e Mora sconvolge fino a renderlo indecifrabile.

Non è tutto da buttare in River of Chaos, perché certe scelte come quella di esplorare un mondo e degli alieni inediti è sempre interessante e volersi cimentare nello sviluppo di personaggi nuovi e originali invece di tornare sempre sui soliti Luke, Leia e compagni è qualcosa che fa sempre bene allo Star Wars classico. Se però Ranulf e Mora e il resto del cast possono dirsi nuovi, difficilmente possono anche essere definiti originali, perché stavolta il gioco dell’uso degli archetipi procede troppo pedissequamente e manca di quel guizzo di originalità che servirebbe a vivacizzare il tutto. Sentitevi liberi di immaginare un qualsiasi stereotipo associabile alla situazione di partenza (e saltate le righe che seguono se volete evitare River2spoiler sulla trama della serie) e quasi inevitabilmente lo troverete confermato: naturalmente il giovane Imperiale, pur essendo inquadrato e asservito alla propaganda Imperiale è un uomo d’onore e avrà sempre più difficoltà a tollerare gli atteggiamenti degli altri Imperiali, ovviamente cattivissimi e spietatissimi fino all’ultimo, padre compreso. Ovviamente la giovane e bella Mora non è una trovatella qualsiasi ma nientemeno che la principessa/erede al trono perduta del pianeta in questione. Ovviamente, sia in campo ribelle che in quello Imperiale, figure di contorno ed eventi sfortunati trameranno per tenere separati i due innamorati o seminare il dubbio tra di loro (e quando la proverbiale rivale in amore della protagonista, ovviamente rosa dalla gelosia, si chiama Jalose, siamo qualche passo di troppo oltre lo spigliato uso degli archetipi e sconfiniamo nell’insulto all’intelligenza del lettore). A cercare di avallare il tutto giunge nelle fasi finali del conflitto la figura di Leia Organa, che fortunatamente interviene in modo discreto senza fungere da deus ex machina della vicenda e lasciando ai protagonisti il ruolo di protagonisti, ma la cui presenza sembra quasi esclusivamente “contrattuale” per vidimare con un tocco dell’universo cinematografico una storia che forse di suo non avrebbe un piglio sufficiente a risultare coinvolgente. Pulite e semplici le matite della Brigman, ma in ultima analisi River of Chaos non va oltre la storiella episodica che non riesce a lasciare il segno in nessun modo duraturo, tanto è vero che difficilmente viene menzionata o ricordata negli annali dell’Expanded Universe.

 

Equilibrio della Forza

 

Lato Chiaro

La sempre gradevole ambientazione della classica Guerra Civile tra Ribellione e Impero e il tentativo di esplorare trame e personaggi originali. Gli amanti delle storie romantiche potrebbero trovare piacevole e ben fatta la vicenda di Ranulf e Mora.

 

Lato Oscuro

Trama e caratterizzazioni sono ampiamente telegrafati e in molti punti vacillano sull’orlo della banalità. Alla fine tutto si svolge nel modo più prevedibile e scontato possibile, al punto di annientare ogni barlume di suspense sulla potenziale conclusione.

 

Giudizio finale

Una storia minore, senza baratri particolarmente dannosi, ma avara anche di picchi o di momenti memorabili. Una lettura scorrevole e lineare che però non lascerà il segno.Trascurabile.

 

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Chrono Star Wars #1: Dark Empire

Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione