Le battaglie legali per il possesso dei diritti di personaggi e soggetti sono quasi all’ordine del giorno nel mondo dei fumetti, soprattutto americani. Anche le parole tuttavia, possono diventare oggetto di contenziosi. Termini comuni ma fortemente indicativi sono diventati trademark, ovvero marchi registrati, che nessun’altra azienda può utilizzare a scopi commerciali e pubblicitari. La parola “marvel” dice tutto ed è edificante; può essere utilizzata da chiunque ma solo all’interno di un libro o di un fumetto, in quanto proprietà della Marvel Comics. La DC fu infatti costretta a rinominare la testata dedicata al suo personaggio Capitan Marvel in Shazam, ma può ancora utilizzare la dicitura Marvel nei dialoghi e nelle sceneggiatura delle serie in cui compare.

Pochi sanno però, che anche un sostantivo che tutti gli appassionati di fumetti a stelle strisce non possono non amare e sentire un po’ proprio, come “supereroe”, è rigidamente protetto da copyright. Ne sono detentori fin dal lontano 1979, con pari diritti e per una volta tanto in accordo, le due case editrici che su questo vocabolo hanno creato un vero e proprio genere letterario, costruito imperi e fatto la storia del fumetto mondiale, riuscite a indovinare? DC e Marvel.

È notizia di questi giorni che le due major non si accontentino del fatto che nessun altra rivale possa usare la parola “supereroe” nell’intestazione o nella frase promozionale di un suo prodotto e del merchandising a esso relativo, in terra statunitense. L’intenzione è di imporre il veto anche oltreoceano. Il segnale inequivocabile è arrivato da una citazione in giudizio da parte di Marvel e DC dell’imprenditore inglese Graham Jules, che ha scritto un libro intitolato Business Zero To Superhero, un saggio su come costruire da zero una fiorente, piccola azienda. Quando l’autore ha provato a registrare il titolo, si è trovato presto di fronte i minacciosi legali di Superman e Spider-Man. Un vicenda simile accadde nel 2005 a un altro impresario inglese, Daniel Herman, fondatore di una ditta di integratori dietetici, la Bio-Synergy, colpevole di aver voluto brevettare lo spot “Fuel the super-hero inside” (“Dai benzina al supereroe che hai dentro”). Una sua recente istanza è stata nuovamente respinta dall’Intellectual Property Office del Regno Unito.

Fonti: fourcolormedmon.blogspot.it e comicbookresources