La nuova Twilight Zone (la “Zona del Crepuscolo” o meglio Ai Confini della Realtà in Italia) di J. Michael Straczynski ha raggiunto e confermato con il secondo numero da poco uscito negli States, una soddisfacente risposta da parte di pubblico e critica. Lo scrittore americano ha rilasciato un’interessante intervista a comicvine.com dove ha parlato della sua nuova avventura in Dynamite e ha elaborato un’originale considerazione sulle potenzialità ancora inespresse dei fumetti digitali. Twilight Zone

Prima di tutto ha rivelato di essersi divertito molto nello scrive Twilight Zone e di essere felice del suo lavoro. Si tratta della sua prima serie in Dynamite che quest’anno compie 10 anni di vita; per lui che dopo Marvel e DC Comics ha fatto della Image la sua casa editrice principale al momento, lavorare per la società fondata e diretta da Nick Barrucci è stato qualcosa di estremamente voluto, ha dichiarato, trattandosi oltretutto di un titolo come Twilight Zone.

Straczynski si è venuto a sapere nell’intervista essere un grande fan della serie televisiva ideata da Rod Sterling. Per essa ha confessato un fascino irresistibile,
dettato dalla la sua storia, il suo retaggio e per la struttura antologica del racconto. In passato aveva già scritto alcune sceneggiature per il piccolo schermo, altri a brevi storie, una lunga per Now Comics e aveva collaborato al magazine. Attualmente ha anche accennato di essere coinvolto su di un progetto ancora top secret riguardante proprio la “Zona del Crepuscolo”. Twilight Zone
Rimanendo aderente all’impostazione originale televisiva, ha poi spiegato come la sua serie non sia composta da singoli episodi ma sia stata intesa dall’inizio come una successioni di atti, quattro per ogni arco narrativo e dove ogni singolo numero della testata ne contiene uno che solitamente si conclude con un finale di pura suspense.

Al termine della chiacchierata e alla domanda riguardo il suo giudizio sui fumetti digitali, Straczynski ha affermato che a suo parere nessuno abbia ancora compreso il loro livello artistico ma di averli per ora relegati a una piattaforma alternativa di distribuzione. Ha sotteso un suggestivo paragone con la nascita del cinema sonoro; quando nacque da quello muto, ha ricordato, gli sceneggiatori erano essenzialmente quelli del teatro e i primi prodotti non erano altro che pezzi teatrali assegnati al cinema. Non si era ancora inteso le potenzialità artistiche di questo nuovo medium, ha continuato, finendo col dire che la stessa cosa sta accadendo oggi con i digital comics, non si è ancora trovato il linguaggio adatto per esprimerne le peculiarità, non esiste ancora insomma uno storytelling digitale.

Twilight Zone

Fonte: www.comicvine.com