Qualche giorno dopo la notizia-bomba che vede i fumetti di Star Wars trasferirsi (o meglio, tornare) alla Marvel dopo venti e passa anni di militanza in casa Dark Horse, vale forse la pena di provare a condurre una piccola analisi su significati, conseguenze e sviluppi di questo trasferimento.

Prima riflessione: per quanto la notizia susciti clamore per la “portata” dell’evento e anche in termini “affettivi” (l’associazione di Star Wars a fumetti con il marchio Dark Horse è qualcosa con cui più di una generazione è cresciuta e aveva imparato a dare per scontata), difficilmente può essere definita un fulmine a ciel sereno. Anzi, era qualcosa che aleggiava nell’aria fin da quando, in quel fatidico giorno della scorsa primavera, la Disney acquisì la LucasFilm. Non era tanto una questione di “se”, bensì una questione di “quando”: con un colosso del fumetto come la Marvel saldamente nelle scuderie Disney, era pensabile che il marchio di Star Wars, a sua volta appena entrato nella House of Mouse, potesse rimanere in appalto a una casa editrice esterna e, a tutti gli effetti, concorrente? Assolutamente no, tanto è vero che lo stesso Richardson, editore della Dark Horse, tra le righe di un comunicato stampa comprensibilmente amareggiato, lascia intendere che era un’eventualità che aveva preso in considerazione.

dark_horse_logo_titleProviamo ora a ipotizzare come sarà la vita a fumetti di Star Wars sotto il regno Marvel. Qualche indizio possiamo averlo osservando una caso analogo, quello dei personaggi Disney/Pixar le cui avventure venivano narrate su carta da BOOM! Studios. Sotto la gestione BOOM! la produzione a fumetti Disney/Pixar contava circa 200 albi e 30 trade paperback. Rientrato anch’esso all’ovile di casa Marvel a inizio 2011, il franchise ha generato da allora 8 albi a fumetti, 8 riviste e 4 graphic novel. È dunque lecito aspettarsi innanzi tutto un drastico taglio di riduzione del materiale prodotto? Probabilmente sì, specialmente se consideriamo la mole di materiale starwarsiano prodotto attualmente da Dark Horse: solo in questi mesi sono in uscita ben cinque serie diverse targate Star Wars (Star Wars, Star Wars: Legacy, Star Wars: Dawn of the Jedi, Star Wars: Darth Vader and the Cry of Shadow e l’adattamento della sceneggiatura “arcaica” del film, The Star Wars), qualcosa di paragonabile al franchise degli X-Men e del mondo mutante. Improbabile che la Marvel voglia impegnarsi nella gestione di una tale mole di materiale, almeno nei primi tempi. marvel_logo_title

Non ci sono solo cattive notizie, tuttavia: un aspetto non secondario da tenere presente è il parco autori e disegnatori di cui la Marvel dispone. È innegabile che la Marvel possa vantare una scuderia che comprende numerosi pezzi da novanta a livello mondiale, ed è altrettanto certo che molti di questi autori e disegnatori, cresciuti a pane e Forza anche soltanto per questioni anagrafiche, non vedrebbero l’ora di cimentarsi in una produzione a tema stellare. Vale la pena di menzionare il progetto Star Wars Galaxy, lanciato da Topps all’inizio degli anni 90: una serie di cards in cui vari artisti del mondo del fumetto potevano realizzare un disegno a tema libero ambientato nel mondo di Star Wars: partito con qualche difficoltà per cercare dei disegnatori disposti a partecipare, si concluse con disegnatori e fumettisti di tutto il mondo che chiedevano di loro iniziativa di poter partecipare. Uno dei probabili vantaggi su cui la gestione Star Wars by Marvel potrà contare è il coinvolgimento di grandi nomi di sceneggiatura nella produzione: storie di Luke Skywalker firmate Peter David, Brian Michael Bendis, Kieron Gillen e compagni potrebbero presto diventare realtà.

Volendo cimentarsi in un pronostico su temi e atmosfere della nuova gestione Star Wars targata Marvel, qualche indizio è forse recuperabile dando un’occhiata ad altri filoni del franchise che hanno seguito lo stesso percorso, primo fra tutti quello dell’animazione. C’è un brivido/timore che corre lungo la schiena degli appassionati di vecchia data, ed è quello di vedere atmosfere e personaggi di Star Wars ridotti a versioni più “kid-friendly” e “familiy-oriented” di quanto già non siano. Senza voler cedere alle peggiori paure espresse da Leo Ortolani nel suo blog (di cui non possiamo non riproporvi la sua vignetta più esemplificativa al riguardo!), e non dimenticando che certe trovate della produzione originale Lucasiana, dagli ewok ai gungan, hanno sondato abissi di questa categoria che nemmeno la Disney più deteriore avrebbe saputo immaginarsi, una “messa in sicurezza” di un certo grado è probabilmente da mettere in conto.

 

ortostarwarsBasta pensare alla sorte che hanno subito le due serie d’animazione attualmente in corso o in lavorazione, come Clone Wars e Star Wars Detours, accantonate per lasciare il posto all’imminente Star Wars Rebels, per avere un’idea della strada che sarà intrapresa. Da un lato, un ritorno preponderante alla trilogia classica di Star Wars e all’epoca del conflitto tra Impero e Ribellione, con accantonamento dei prequel e dell’epoca repubblicana (una delle prime priorità della Disney sembra proprio quella di voler indurre gradualmente i prequel all’oblio); dall’altra, meno spazio a esperimenti autoriali e alternativi come Star Wars Detours, divertenti ma dissacranti e “out of canon”, per andare sul sicuro: Star Destroyer, giovani ribelli, un cattivo inquisitore Imperiale , caccia TIE e X-Wing e tutta la vecchia banda per Star Wars Rebels. Gli stessi “film satellite” la cui produzione è ormai una certezza, non saranno incentrati certo su Mace Windu, Nute Gunray o il Generale Grievous: sotto i riflettori ci finiranno Boba Fett, Han Solo e Yoda, icone e “fan-favorite” della trilogia classica. Aspettiamoci quindi un drastico ritorno alle origini di questo tipo anche sul fronte fumettistico.

Sarebbe auspicabile, sia per questioni “diplomatiche” che per rispetto nei confronti di autori e lettori, che l’opera omnia della Dark Horse non fosse messa nel dimenticatoio, e che il recupero di alcuni temi e autori potesse essere effettuato nonostante la transizione alla Casa delle Idee. Autori come John Ostrander e Jan Durseema hanno dedicato letteralmente la loro vita ai fumetti di Star Wars e sono stati responsabili di alcuni dei cicli più belli e appassionanti di questi anni, nonché di quelli più influenti nel plasmare il passato e il futuro dell’universo starwarsiano. come Legacy o Dawn of the Jedi. Ostrander e Durseema hanno già annunciato che tenteranno di proporre i loro servigi alla Marvel, ma qui qualche dubbio in più è lecito porselo: se il modus operandi del settore animazione e videogames è di qualche indizio, è più probabile che la Disney/Marvel voglia dare un segno netto proponendo nomi  e iniziative sue. Almeno nel caso di Ostrander e Durseema, questo sarebbe un peccato.

swostrander 1Infine, su tutto incombe un’ombra (o una luce!) da non dimenticare, e cioè quella di J.J. Abrams e della pellicola in uscita nel 2015. Una delle poche certezze è che quel film sarà una sorta di “manifesto programmatico” dello Star Wars a marchio Disney, il messaggio con cui la major dirà a fan vecchi e nuovi “Star Wars ora è questo”. Nemmeno la migliore preveggenza Jedi o Sith è in grado di sondare cosa abbia in mente Abrams e che taglio vorrà dare alla pellicola, ma di certo le produzioni fumettistiche Marvel saranno mirate a promuovere, sostenere e incoraggiare il “nuovo mondo di Star Wars” che il regista ci presenterà: mettiamo quindi il lista un adattamento a fumetti della pellicola, i classici “filler” che esploreranno temi, trame o personaggi accennati solo di sfuggita nel film (conoscendo Abrams è facile immaginare che ce ne saranno!). In ogni caso, la parola d’ordine quasi sicuramente sarà: più enfasi sul “classico” senza tempo (1977-1983) e sul nuovo (2015 in poi), in secondo piano tutto il resto.

Volendo quindi riassumere questo lungo excursus (frutto, è bene ricordarlo, di pure speculazioni!) in poche parole chiave, i pronostici più quotati  dovrebbero essere: riduzione di quantità, valorizzazione dei temi e dei momenti “classici” di Star Wars, una maggiore attenzione al “family-friendly” e un saldo supporto dell’era Abrams. Sarà interessante ritrovarci su queste pagine tra un paio d’anni per vedere quanti di questi pronostici si siano rivelati fondati o meno.

Chiudiamo questa carrellata con una “chicca” da archeologi, un piccolo estratto da A Death Star is Born, mini-storia umoristica comparsa oltre quindici anni fa sull’antologia a fumetti Star Wars Tales e firmata da un Kevin Rubio fanaticissimo appassionato di Star Wars, che in tempi assolutamente insospettabili si concedeva una profetica associazione tra il logo dell’Impero e quello di casa Disney. Questa sì che è lungimiranza!

 

swrubio

 

Fonte: Hollywood Reporter